Regia di Vittorio Cottafavi vedi scheda film
A mio avviso, questo è il miglior Don Giovanni di Molière prodotto dalla RAI. Il confronto con la versione (greve) del 1972 di Giulio Bosetti è impietoso. Nonostante la regia decisamente datata, la bravura degli interpreti rende lo spettacolo piacevole e scorrevole.
Giorgio Albertazzi ha disegnato un Don Giovanni lucido e razionale, un epicureo impenitente, animato da genuina ed entusiastica curiosità nei confronti dell'inesplicabile e attirato dall'ignoto alla maniera dello scienziato, vale a dire come uno che lo considera un esaltante enigma da svelare attraverso l'indagine e la logica. Un ateo convinto e contento, per nulla avvilito dalla rinuncia a una prospettiva soteriologica dell'esistenza, annoiato dai moralismi e dalle esibizioni di virtù, disincantato ma non cinico, astuto ma non crudele e con un'intrinseca lievità che lo rende simpatico e affascinante e gli fa perdonare le malefatte. Un perfetto seduttore e un affabulatore infallibile, che riesce ad ammaliare donne e uomini (in questo è aiutato anche dal sicuro effetto generato dalla sua famosa, splendida, voce flautata). Insomma, da attore eccezionale e intelligentissimo qual è stato, Albertazzi ha saputo cogliere la vera essenza del personaggio uscito dalla penna di Molière (il Don Giovanni "originale", quello di Tirso de Molina, è più decisamente un'arrogante scapestrato), che è un po' Alessandro Magno (come dice Don Giovanni stesso a un certo punto) e un po' Ulisse: un uomo ambizioso, libero, moderno, audace, epicureo e privo di rimorsi, pienamente e consapevolmente artefice del proprio destino.
Menzione speciale per Franco Parenti: uno Sganarello magnifico.
Da vedere e rivedere.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta