Regia di Maximiliano Hernando Bruno vedi scheda film
L'esodo istriano-dalmata, e il dramma delle foibe, rivisitati da un film, purtroppo, fallito.
Che dire? Gli intenti sono nobili, ma il talento latita. Le aspirazioni, di contro, paiono alte: mostrare il dramma che accadde, il dolore dei protagonisti, gli amori interrotti, i ricordi indelebili, però non ci siamo. Difficile stabilire in cosa consista il problema, ma l'impressione di fiacchezza si ha già nelle prime scene. Il montaggio è sfilacciato (si taglia sempre un attimo dopo del necessario) e anche i dialoghi assomigliano purtroppo più alla fiction televisiva che al buon cinema.
Quanto agli attori, mi dispiace, ma si salva solo la bionda (credo sia Sandra Ceccarelli), espressiva e partecipe. Gli altri sono poco più che mummie (come Franco Nero) o interpreti che leggono il copione per la prima volta. Le voci, probabilmente auto-doppiate in studio, sono da telenovela brasiliana anni '80, il che è un'ulteriore zavorra ad una pellicola già sovraccarica di difetti.
Mi dispiace dover affondare questo film, ma la benevolenza verso gli intenti a poco serve, se poi proprio non ci siamo quanto a resa cinematografica.
Eppure i mezzi sono pochi, e le scenografie e i costumi sono buoni. Perché dunque, non si assegnano operazioni simili a chi è in grado di far fruttare le risorse assegnate?
E l'eterna domanda che mi pongo, quando vedo un brutto film con alte ambizioni e alti finanziamenti.
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