Regia di Wim Wenders vedi scheda film
VOTO 6/7 DISTACCATO Al secondo lungometraggio Wenders affina la sua arte. Partendo da un romanzo di Peter Handke (suo amico), il regista tedesco mette in scena una classica parabola umana fatta d'incomunicabilità e alienazione. Diverse le tracce, dal thriller al dramma esistenziale, tutte collegate insieme dall'amato spirito 'road movie'. I personaggi wendersiani viaggiano nello spazio fisico e in quello psicologico, cercando con difficoltà atroci di farsi comprendere o comprendere egli stessi e gli altri. La paura del portiere... risulta però anche troppo ostico e programmatico, denotando certo un'abilità artistica già matura (belle e intense le inquadrature con addirittura delle riprese aeree alla faccia del budget), ma anche un freddo distacco emozionale. Come sempre la musica americana è in primo piano come decisivo è lo splendido motivo musicale vero motore narrativo della pellicola.
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