Regia di Jean-Jacques Beineix vedi scheda film
Se fosse così semplice si potrebbe dire che Ip5 racconta la storia di un incontro a tre. Black un ragazzino nero abilissimo nella breakdance, costretto a crescere in fretta in cerca di un amore materno sfuggito di mano; poi c'è Tony il giovane beur che ha conosciuto l'amore di una ragazza, un'infermiera, ed è intenzionato a ritrovarla; infine l'uomo anziano in cerca di un sogno d'amore. Ma il loro è un incontro magico che va oltre la narrazione. E' un guazzabuglio di poesia e realtà, di scontri, anche aspri, tra generazioni, tra concezioni del mondo (due sono giovani metropolitani, l'uomo sente invece i rumori della campagna). Beineix ha puntato in alto, quasi verso l'utopia cinematografica. Era praticamente invevitabile che non centrasse il bersaglio, ma gli errori che compie sono tutti per eccesso, per generosità prima ancora che per presunzione. E il risultato è un film sbilanciato, forse anche sbagliato, eppure fascinoso, a tratti stupefacente nel suo puntare dritto alla zucca per farla cortocircuire con il cuore, in cerca della mitica isola dei pachidermi.
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