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Chromeskull: Laid to Rest 2

Regia di Robert Hall vedi scheda film

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La recensione su Chromeskull: Laid to Rest 2

di undying
7 stelle

Proseguono le sanguinarie gesta dell'assassino cinematografico più brutale mai apparso sugli schermi. Destinato direttamente all'home video, "Chromeskull: Laid to Rest 2" difetta in credibilità del racconto, ma offre un costante clima di angoscia, destinato a sfociare spesso in sequenze splatter impressionanti.

 

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Sul luogo di un massacro, compiuto all'interno d'un mini-market, viene recuperato il corpo di Chromeskull (Nick Principe) per essere indirizzato verso un ospedale privato, quindi sottoposto a un intervento di chirurgia riabilitativa. Dirige le operazioni Preston (Brian Austin Green), appartenente a una organizzazione criminale guidata proprio dal killer. Tommy (Thomas Dekker) e Princess (Allison Kyler), i due ragazzi sopravvissuti, finiscono sotto le attenzioni di Preston il quale, indossando la stessa maschera di teschio cromata del suo principale, elimina la seconda. Passati tre mesi Chromeskull si è ripreso, pur restando devastato al volto. Preston rintraccia presso una stazione di polizia Tommy e lo cattura, assieme a Jess (Mimi Michaels), portandoli - come vittime riservate ai giochi di morte del sanguinario assassino - in una desolata fabbrica di lavorazione dei metalli, centro nevralgico e luogo segreto in cui agisce la setta sanguinaria. Nonostante la polizia riesca a rintracciare la tana del killer, per una serie di azioni sconsiderate l'intero corpo del distretto finirà "macellato" da Chromeskull assieme allo stesso Preston, colpevole di voler assumere il comando all'interno della sadica organizzazione.

 

"Non è la maschera che fa paura... è l'uomo che c'è dietro."
(Preston)

 

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Chromeskull: Laid to Rest 2: scena

 

Robert Hall, brillante tecnico degli effetti speciali, confortato dal buon successo commerciale di Laid to Rest (2009), decide di dare seguito al suo precedente film che era stato, in tutta evidenza, pensato e girato come opera autoconclusiva. Oltre a finanziare il progetto, ovviamente Hall scrive la sceneggiatura (in collaborazione con Kevin Bocarde) e si occupa del montaggio. Come spesso accade nel caso dei tantissimi sequel, riportare in vita un personaggio chiaramente deceduto (Jason Vhoorhees docet) richiede uno sforzo di immaginazione non indifferente, il cui risultato nove volte su dieci difficilmente può dirsi riuscito. Da qui la scelta di ampliare la storia mostrando il killer come un milionario a capo di una non meglio definita organizzazione che lo appoggia nelle sue malsane azioni omicide, sempre rigorosamente e feticisticamente filmate (al riguardo va visto il doppio finale offerto in appendice, post titoli di coda, con protagonista l'ignara moglie di Chromeskull). La sceneggiatura è ovviamente perfettibile, offre situazioni incredibili che vanno ben oltre la resurrezione dell'assassino: si pensi alle azioni a dir poco ingenue del gruppo di poliziotti, scritte solo per dare corso a efficaci scene sanguinarie il cui esito appare, visivamente, raggelante. Al reparto effetto speciali, concepiti e attuati con perfetto bilanciamento tra protesi e CGI, in grado di creare brutture di un realismo mai apparso prima (nè dopo) sullo schermo e alla dinamica regia di Hall (raffinati carrelli e piano sequenze vengono ottimamente valorizzati da inusuali cambi di scena), si somma un reparto artistico interessante a cominciare proprio da Nick Principe, lo stesso attore che aveva interpretato in maniera impeccabile Chromeskull nel primo capitolo. Principe si è talmente immerso nel ruolo da arrivare a farsi tatuare per davvero (sulla schiena, non sulla petto) l'effigie della maschera, offrendosi per la sequenza in cui (nella finzione) Preston si fa tatuare il teschio di Chromeskull sul torace.

 

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Chromeskull: Laid to Rest 2: scena

 

Robert Hall (1973 - 2021) difetta nel rendere credibile il contesto - reso chiaramente iperbolico dalla presenza di un'organizzazione dispendiosa, il cui unico fine sembra essere il delitto compiuto a danno di ignote ragazze per sadico piacere -, ma riesce a mantenere un ritmo incalzante giocando sulla tensione (da cardiopalma le sequenze con Jess rinchiusa in una bara) e su ritmici e calcolati coup de théâtre granguignoleschi. Per essere un prodotto sin dalle origini pensato, girato e destinato all'home video supera brillantemente i banali, ripetitivi e noiosi seguiti riservati ai più famosi villain cinematografici anni Ottanta e resta, assieme a Wolf Creek 2 (Greg McLean, 2013) e alla serie Terrifier diretta da Damien Leone, uno dei più efficaci horror in senso stretto, comparsi da trent'anni a questa parte sul mercato home video (non italiano): un film che richiede nervi saldi e una buona dose di coraggio per essere visto sino alla fine senza chiudere gli occhi, considerando che il reparto gore è animato perlopiù da vittime innocenti, alle quali nel bene e nel male ci si affeziona quando non ci si immedesima. Robert Hall, formatosi alla "Roger Corman's School of Film" dopo aver lavorato a numerosi progetti per la società di produzione Concorde-New Horizons dello stesso Corman, resterà comunque principalmente legato al settore degli effetti speciali, dirigendo, in via eccezionale, il mediocre Fear Clinic (2014), alcuni episodi della serie televisiva Teen Wolf (2013-2014) e Memento Mori (2016). Ricordiamo, per dare giusto merito alla sua preziosa collaborazione in tale ruolo, alcuni titoli ai quali ha dato contributo come effettista: No One Lives (Ryuhei Kitamura, 2012), The Collection (Marcus Dunstan,  2012), La metamorfosi del male (William Brent Bell, 2013), Always Watching (James Moran,  2015), Bedevil - Non installarla (Abel e Burlee Vang, 2016), Halloween (David Gordon Green 2018), La ragazza della palude (Olivia Newman, 2022) e Malibu Horror Story (Scott Slone, 2023).

 

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Chromeskull: Laid to Rest 2: scena

 

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Chromeskull: Laid to Rest 2: scena

 

"Ma in una società come la nostra, totalmente profana, in cui nulla è più sacro e gli unici timori concessi sono legati alla materia, la catena di morte del macello non è che una realtà tra le altre. Le urla degli agnelli sono un rumore di fondo, uno dei mille rumori che frastornano i nostri giorni. E forse non sapere ascoltare questo lamento è il non saper ascoltare tutti i lamenti — i lamenti delle vittime delle guerre, dei malati, dei bambini torturati, uccisi, delle persone seviziate, abbandonate, dei perseguitati, di tutte quelle voci che invano gridano verso il cielo."

(Susanna Tamaro)

 

Trailer

 

F.P. 11/08/2023 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 93'06")

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