Regia di Francesco Mandelli vedi scheda film
Un agente immobiliare sulla cinquantina è triplicemente fallito: nel lavoro, in cui non combina nulla; in amore, con un’ex moglie fedifraga; in famiglia, giacché è costretto a convivere con sua madre e né lei, né l’altrettanto anziano padre, né i figli adolescenti sembrano provare un briciolo di affetto nei suoi confronti. Il suo destino si capovolge quando compra un telefono nuovo.
Attenzione, attenzione: la terza regia (seconda in solitaria) di Francesco Mandelli, una fra le piaghe peggiori mai occorse al cinema italiano, è un film assolutamente guardabile, perfino con delle idee interessanti dentro. Già questa è di per sé una notizia entusiasmante; il fatto poi che Mandelli metta in scena una sceneggiatura non sua (ma di Max Giusti, Giuliano Rinaldi e Igor Artibani) e scelga di farsi da parte evitando di entrare nel cast, sono ulteriori plusvalori per il risultato finale. Chiariamo subito: non siamo di fronte a un capolavoro, né a una commedia esilarante; ma a un prodottino di poche e semplici pretese più o meno realizzate, sì: si ridacchia, con Appena un minuto, senza scadere nella volgarità gratuita (la cifra stilistica del regista, d’altronde) o nello stereotipo più becero. Quest’ultima cosa quantomeno nella seconda parte, poiché la trama inizia nella maniera più convenzionale e sfrutta un escamotage piuttosto facilotto e dalle conseguenze decisamente prevedibili (la possibilità di fare pur brevi viaggi a ritroso nel tempo); ma la seconda metà del film è senz’altro più riuscita, così come alcune trovate (gli sketch demenziali con il barista Herbert Ballerina, caratterista eccellente; il cameo-tormentone di Tardelli) colgono nel segno. Giusti è anche il protagonista: sempre un po’ troppo ‘oltre’, teatrale/televisivo nei modi e nella recitazione, ma indubbiamente bravo; al suo fianco compaiono poi Paolo Calabresi, Ninni Bruschetta, Dino Abbrescia, Massimo Wertmuller e, in particine, anche l’ultranovantenne Enzo Garinei (!), Antonello Fassari e il cantante J-Ax. Spiace a questo punto abbattersi ancora su Mandelli, ma va in ogni caso rilevata una certa mano ‘leggerina’ dietro la macchina da presa, che spesso vaga a caso, e soprattutto una grave carenza nella direzione degli attori, cosa che nel caso di un non professionista come Tardelli, per esempio, pesa. 3,5/10.
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