Durante la guerra Iran-Irak, Bashù, un bambino iraniano di otto anni fugge dal suo villaggio bombardato e, dopo varie peripezie, raggiunge una località sicura al nord del paese. Qui però la sua pelle scura è mal tollerata dalla popolazione. Una giovane madre però si prende cura di lui...
Incluso nella taglist migranti? Direi piuttosto, insieme con pochissimi altri, in quella dei capolavori assoluti. Immensa lezione di regia. Ma dove prendere altre stelle, da un cielo avaro che ne concede solo cinque?
Nella guerra tra Iran e Iraq, un bambino di otto anni di nome Bashù (Adnan Afravian) perde tutta la sua famiglia. La regione dove abita il bambino è ricca di giacimenti petroliferi e i bombardamenti hanno devastato ogni cosa. Dopo un lungo viaggiare su diversi mezzi di fortuna, Bashù arriva nella zona più interna del paese, che sembra sentire molto meno dei… leggi tutto
Nella guerra tra Iran e Iraq, un bambino di otto anni di nome Bashù (Adnan Afravian) perde tutta la sua famiglia. La regione dove abita il bambino è ricca di giacimenti petroliferi e i bombardamenti hanno devastato ogni cosa. Dopo un lungo viaggiare su diversi mezzi di fortuna, Bashù arriva nella zona più interna del paese, che sembra sentire molto meno dei…
Mancanti:
- Day & Night (2010)
- La commune (Paris, 1871) (2000)
- A Close Shave (1995)
- Marketa Lazarová (1967)
- Kiga Kaikyô (1965)
[lavori in corso]
Bashù, il piccolo straniero è uno dei capolavori della cinematografia iraniana, girato nello stesso periodo in cui Kiarostami lavorava ad un altro piccolo immenso film, come Dov'è la casa del mio amico? (le due opere da noi uscirono, con singolare sincronia, giusto vent'anni fa, nel 1991). In questi film colpiscono, accanto alla poesia che scaturisce spontanea dalla totale…
Ricerca della felicità individuale, fughe da realtà invivibili, esodi di massa in presenza di circostanze drammatiche. L'uomo si mette in movimento, spesso con dolore a volte con gioia e speranza, e lascia la sua…
Spesso i bambini hanno la capacita' di trasmettere emozioni,sentimenti,sensazioni che noi adulti presi dal solito trantran quotidiano non siamo piu' in grado di cogliere;il cinema,in alcune delle sue punte piu'alte,ci…
Sono i veri martiri dell'omologazione culturale, le vittime sull'altare di Hollywood, il "mea culpa" di tutti gli italiani che lavorano nel cinema e che amano il cinema, perle che il solo Enrico Ghezzi ha saputo…
Bello,sconvolgentemente bello, questo film dedicato ai sentimenti e alla pietà : il suo svolgimento e il suo termine sono un'autentica apoteosi della speranza, un atto di incrollabile fede nella verità dei buoni sentimenti intesi nel senso migliore del termine.Meraviglia poi trovare così pochi riferimenti alla religione musulmana in un film prodotto in un paese in cui vige la legge coranica,…
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Commenti (1) vedi tutti
Incluso nella taglist migranti? Direi piuttosto, insieme con pochissimi altri, in quella dei capolavori assoluti. Immensa lezione di regia. Ma dove prendere altre stelle, da un cielo avaro che ne concede solo cinque?
commento di kahlzer