Regia di Tom Nagel vedi scheda film
Insolito horror on the road che coniuga la paura dell'isolamento in sterminati spazi all'aperto, con un camper "infestato". Nulla di eccezionale, ma sicuramente singolare e innovativo.
Sotto la spinta del padre Charles (Greg Violant), Steve (Jeff Denton) parte con il fratello Jay (Brian Nagel), la moglie Jennifer (Denise Richards) e la piccola figlia Olivia. La famiglia intraprende un tour nel deserto californiano, viaggiando su un camper usato, acquistato da Charles. Al gruppo si uniscono anche Samantha (Mischa Barton) e il fratello Mark (Matt Mercer), rimasti a piedi con la macchina. Durante il viaggio, però, Charles perde il controllo del mezzo, finendo fuori strada. Mark muore sul colpo, mentre -ormai lontano da qualunque centro abitato- Jennifer ha strane visioni, in particolare dovute alle immagini che appaiono sul televisore del camper.
Il giovane regista Tom Nagel, dopo il debutto con il curioso film su un gruppo di clowns assassini (Clown Town, 2016), porta sullo schermo una sceneggiatura senz'altro originale, frutto della fantasia contorta di Jeff Denton, qui anche interprete nel ruolo di Steve. Dopo un incipit che sembra alludere alla presenza di un serial killer, The toybox percorre un originale sviluppo "spettrale" favorito, nella costruzione della suspense, da una regia insinuante e meticolosa. Dettagli inquietanti, sparsi con ottimo tempismo, sembrano annunciare imminenti incidenti (il finestrino che quasi amputa una mano alla piccola Olivia) che poi si manifestano per davvero in sequenza, opera sì di un assassino seriale ma non più in carne ed ossa perché catturato ad un posto di blocco e ucciso sul colpo, dopo che la polizia ha rinvenuto all'interno del camper i resti di una ragazza straziata a morte. Infatti Charles ha acquistato il mezzo utilizzato da Robert Gunthry, uno squilibrato sanguinario che proprio del camper aveva fatto la sua "scatola dei giocattoli". Inutile dire di che balocchi si tratta: corde, pugnali, macchine fotografiche e una lunga serie di diapositive (ritraenti agonizzanti e straziate vittime) nascoste in un comparto segreto del veicolo.
Il cinema horror, in particolare quello degli spettri, ha spaziato su una ampia gamma di cose e oggetti posseduti: case, bambole, lampade e una infinità di arnesi di varia foggia e tipo. Ma mai prima d'ora si era assistito ad una manifestazione poltergeist (!) all'interno di un camper. L'originalità, una volta tanto giustamente, viene riconosciuta e il film si porta a casa tre premi: migliore regia, migliore attrice (Mischa Barton) e attore (Jeff Denton) all'edizione del Northeast Film Festival (2018). Un punto a sfavore di The toybox c'è, ed è rappresentato dalla figura -troppo superficiale e di scarsa efficacia- del serial killer Robert Gunthry (evidentemente ispirato da Ted Bundy per la rocambolesca identificazione a un posto di blocco) interpretato da un altrove prolifico (e più in ruolo) tecnico del trucco, David Greathouse. Ma nel complesso, oltre che per i già citati pregi -e un finale allucinato, nonché decisamente tetro- The toybox rappresenta un tipo di intrattenimento che saprà sicuramente soddisfare gli appassionati di horror.
Curiosità
L'elemento che sottende un legame tra il camper e il fantasma di Gunthry è dato da un curioso brano musicale country d'epoca: Grave in the pines di Clayton McMichen. Tormentone che più volte viene diffuso dall'antica radio/stereo a cassette presente sul mezzo.
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