Regia di Alessandro Siani vedi scheda film
Un impresario teatrale fallito eredita da un lontano zio, anziché il denaro sperato, qualcosa di ancora meglio, di realmente eccezionale: la tutela di un ragazzino dai poteri telecinetici. Sui poteri mentali del ragazzino stanno indagando anche alcuni scienziati.
Da Mister Felicità (2017, la precedente regia di Alessandro Siani) a mister Meraviglia (Arturo, il protagonista de Il giorno più bello del mondo) il passo è breve, e solo a brevi passi si muove d’altronde il cinema di Siani. Un cinema pacato, accondiscendente, gentile, privo di riferimenti anche solamente ambigui, estremamente piano e piatto nei contenuti come nella forma; per il vasto pubblico, per famiglie, lo si potrebbe definire: oppure, più impietosamente, un cinema innocuo, ininfluente. L’equivalente napoletano del toscano Pieraccioni: Siani non si spinge oltre e saggiamente programma le uscite dei suoi film negli anni dispari, di modo da non farle coincidere con quelle del collega fiorentino; prosegue imperterrito nello scimmiottare il personaggio medio di Massimo Troisi, nei modi, nel carattere e nella parlata, e nel trovare conforto da parte del botteghino, per cui tanto di cappello e tutte queste parole rimangono sul piano, più che di critiche, di semplici constatazioni. Ne Il giorno più bello del mondo lo affiancano sul set, tra gli altri, Giovanni Esposito, Stefania Spampinato, Benedetto Casillo e i piccoli Leone Riva e Sara Ciocca; in fase di sceneggiatura invece il Nostro trova la collaborazione di Gianluca Ansanelli. La storia è forse un filino più articolata rispetto alla precedente pellicola di Siani, ma soprattutto dal punto di vista delle psicologie dei personaggi rimane sempre un po’ approssimativa; anche sul versante della regia non si notano grandissimi miglioramenti. 2,5/10.
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