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Vivere

Regia di Francesca Archibugi vedi scheda film

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La recensione su Vivere

di Furetto60
7 stelle

Storia familiare,tra inganni, incomprensioni e sbagli.Non male, questo lavoro dell'ottima Francesca Archibugi

Tutto inizia come una vacanza studio-lavoro, in Italia. Quello della giovane irlandese Mary Ann, studentessa di storia dell’arte, trasferitasi temporaneamente nel “bel paese” per fare da baby-sitter, alla piccola Lucilla, come ragazza alla pari, ma soprattutto per imparare l’italiano. Cosi giunge presso la famiglia Attorre, in una periferia romana più che decorosa, formata da villette a schiera, dove lei e noi conosciamo i membri di questo nucleo familiare: C’è Susi, alias Micaela Ramazzotti, mamma sull’orlo di una crisi di nervi, sempre in affanno e di corsa, nevrotica quanto basta, si arrangia con lezioni di ginnastica artistica, per persone in sovrappeso sposata con Luca, alias Adriano Giannini, una banana da cui hanno sfilato il contenuto ed è rimasta solo la buccia, parole della moglie, fatuo donnaiolo e frustrato e inconcludente giornalista free-lance, che fatica a pubblicare i suoi articoli, sempre in bolletta e una figlia piccola, Lucilla, di cui sopra, piena di fantasia ma affetta da una grave forma d’asma bronchiale, si scopre poi di natura psicosomatica. C’è anche il fratellastro di Lucilla, Pierpaolo, sorta di rampollo di una potente famiglia della Roma “dabbene”, figlio di Luca e della sua ex moglie che vive in un villino liberty, con la madre e il nonno, avvocato, facoltoso che, di fatto,  li mantiene, fin quando non muore in un “bordello” di trans. Nel corso della sua permanenza, lunga un anno, Mary-Ann entrerà nelle dinamiche famigliari, scoprirà amicizie e amori leciti e non, finendo a letto col padrone di casa, consapevole che è uno spudorato dongiovanni, contraddicendo palesemente i suoi principi morali e religiosi, A fianco a loro abita un solitario perito industriale, molto disponibile, ma anche piuttosto strano, ambiguo e di intenzioni non chiare, praticamente vive di riflesso la vita dei suoi vicini, non avendone lui una sua. Nella vita di questa famiglia disfunzionale, si affaccia  anche se per poco, il medico che cura Lucilla, il quale prende una sbandata per Susi, ricambiata anche se per pochissimo. Sono personaggi comuni, imperfetti e spontanei  e la loro  storia, tra amore, incomprensioni, tradimenti è banale quanto basta per essere interessante, perché in fin dei conti è proprio questa caratteristica a renderla verosimile e autentica. Si diceva, nello incipit, del  viaggio in Italia ed ecco apparire la Roma caotica del traffico snervante in centro e della spazzatura, ma anche quella suggestiva, dal clima natalizio, vista attraverso gli occhi della ragazza venuta dall’Irlanda, che l’ha studiata sui libri del Rinascimento, la  capitale dell’arte, la magnificenza delle chiese, i musei, e Papa Francesco. Stroncato dalla critica, di cui leggo giudizi severisimi, troppo, pur non essendo ascrivibile ai migliori lavori dell’Archibugi, è comunque un film sincero, realistico e ben recitato. Certo la sceneggiatura non è impeccabile e i dialoghi restano piuttosto in superfice, ma nel complesso mi sembra più che passabile.

 

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