Regia di Charles Chaplin vedi scheda film
Charlot lavora in un cantiere edile (cercando di non ammazzarsi di fatica) e viene tiranneggiato dalla moglie, che prima si apposta in strada per sottrargli l’intero stipendio e poi, mentre lui fa bisboccia all’osteria con gli amici, lo attende in casa con il mattarello in mano. Rispetto ad altri corti, il personaggio del vagabondo è più normalizzato: ha un lavoro regolare e addirittura una moglie, il che peraltro non gli impedisce di invaghirsi della figlia del capomastro (ma è un idillio che viene solo suggerito: lo stesso personaggio è narrativamente superfluo, e si giustifica solo con l’esigenza di trovare comunque un ruolo per l’onnipresente Edna Purviance). La vicenda è elementare, ma le singole gag sono divertenti: i mattoni lanciati a un ritmo sempre più veloce e afferrati al volo, l’elevatore che sale e scende spostando le cibarie che vi sono appoggiate, il tram stipato fino all’inverosimile, il cappotto infilato da due ubriachi una manica per ciascuno, il tavolo della cucina invaso dai gatti.
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