Regia di Ui-Seok Kim vedi scheda film
CINEMA OLTRECONFINE
Una madre si reca in un negozio di articoli sportivi e compra una tenda, che poco dopo vediamo montare sulle rive di un corso d'acqua. La donna è inquieta, rabbuiata, in preda al panico, e capiamo dai primi istanti che io suo è tutto fuorché un viaggio di piacere o una vacanza.
la polizia sta cercando il corpo di una ragazza liceale scomparsa. Il corpo, dato che ormai nessuno dubita più che essa possa essere ancora in vita.
A scuola un marasma: il preside intento a far si che la situazione non pregiudichi il buon nome dell'istituto, e per questo occupato a far si che certe supposte verità vengano non proprio celate, ma magari rivelate col garbo necessario per evitare danni collaterali.
La polizia brancola nel buio, ed in mancato ritrovamento del cadavere non fa escludere nessuna ipotesi: dal suicidio, all'omicidio, all'incidente fortuito.
Ma in classe, tra le amiche, c'è chi sa, chi intuisce, chi è indiziato per il semplice fatto di essere l'ultima persona ad aver visto viva la scomparsa.
C'è del torbido in mezzo, e la soluzione, che ad un certo punto viene a galla come il cadavere della ragazza, scopre scenari perversi e contorti nei rapporti che contraddistinguevano la vita ed il tempo libero della ragazza, e delle sue amiche.
La vicenda si scandisce nel modo più cupo e misterioso, ovvero in quello più semplice e prevedibile, a seconda di come viene presa la vicenda e di come si analizzano i misteriosi rapporti che legano i superstiti con la vittima, siano essi i genitori, le amiche, piuttosto che il corpo professori.
Nel suo esordio al lungometraggio, il regista Ui-Seok Kim, in questo cupo thriller sociologico senza speranza, punta sulle atmosfere e sui legami morbosi, crudeli, masochisti e segreti che si annidano nascosti dietro una parvenza perbenista di una società apparentemente modello, secondo uno schema che può ricordare, come situazioni viziate e proibite, più che per lo stile del racconto e la costruzione delle scene, il Twin Peaks lynchano.
E su tutti appare sconcertante il ruolo sacrificale e martire che assumono i liceali all'interno di una società profondamente malata e chiusa in se stessa, incapace di accettare certi impulsi naturali e spontanei, come l'attrazione verso il proprio medesimo sesso; situazione che induce costoro a gesti sacrificali, intrapresi con antagonismo nel tentativo di arrivare alla soluzione estrema prima dei propri concorrenti.
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