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Bunker of the Dead

Regia di Matthias Olof Eich vedi scheda film

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La recensione su Bunker of the Dead

di undying
1 stelle

Fastidioso, per realizzazione, horror tedesco del filone POV girato come un lungo e insensato videogame FPS (acronimo di First Person Shooter, sparatutto in prima persona). Grottesco in certi frangenti ma mai divertente, semmai volgare per la tipologia di dialogo, molto spesso scurrile.

 

Stando alle indicazioni di un diario rinvenuto fortuitamente, una coppia di amici crede di poter trovare un tesoro nascosto all'interno di una base militare bavarese della Seconda guerra mondiale. All'interno del bunker però sono presenti zombies nazisti intenzionati a difendere la preziosa proprietà.

 

locandina

Bunker of the Dead (2016): locandina

 

Ci mancavano solo i tedeschi con macchina a mano -peggio con GoPro- e in versione mockumentary, pergiunta infiltrati dentro una base nazista sotterranea. Matthias Olof Eich, dopo un precedente survival movie (Break, 2009) che vede due ragazze perse nella selva canadese vittime di due rednecks sanguinari, cambia tiro e gira questo delirante zombi-movie come vertiginoso POV (Point of View) in grado di fare cadere (anche) le braccia a causa di dialoghi volgari, con parolacce (che per buon senso evitiamo di riportare) ripetute centinaia di volte. Olof Eich non si è di certo sciupato le meningi se ha aspettato qualcosa come sei anni per poi espellere questa colossale boiata (bischerata, per chi è toscano, suona meglio). Se si riesce a resistere senza ingerire qualche compressa di Vertiserc se ne intravedono di cotte e di crude, con deliranti apici costituiti da situazioni ultra paradossali. Se sia più sorprendente la comparsa di alieni (quelli, come il prezzemolo, chi non sa dove parare li mette sempre e dovunque) o una caricatura di Hitler redivivo (ma assai più grasso) e attaccante sottoforma di zombie... è solo un sofismo che ci allontana dalla (non) sostanza di un film improvvisato e davvero antipatico. A maggior ragione se si pensa da dove arriva: figurarsi se da un tale regista ci si può attendere una sana autocritica sulla follia nazista. Ammesso che sappia e riconosca di cosa si è macchiato il movimento guidato da Hitler. Il Führer! Ci mancherebbe anche di ritrovarselo in forma smagliante, grassottello e immortale, di questi tempi e in questa Europa. Certi scheletri lasciamoli sepolti. Nel bunker. Sottoterra. Al buio. Dimenticati. E per sempre.

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