Regia di Claudio Fragasso, Bruno Mattei vedi scheda film
Un serial killer dalla maschera di gomma uccide solo belle ragazze; Melanie, aggredita dal maniaco, riesce a sopravvivere, ma il mostro rimane in agguato.
Capitolo apocrifo della saga americana che ha avuto inizio con The Texas chainsaw massacre (Tobe Hooper, 1974), Non aprite quella porta 3 è il solito lavoruccio all’italiana a budget e idee ridotti che scimmiotta gli originali d’oltreoceano senza tanta grazia, né alcun effettivo legame logico nella storia, come d’altronde spesso accadeva negli anni Ottanta. Se da un lato c’è la nostalgia per un cinema di genere nostrano ancora sufficientemente florido da proporre lavori di questo tipo, vale a dire un horror comunque ben diretto (la mano dietro la macchina da presa è quella salda di Clyde Anderson, vale a dire Claudio Fragasso) e confezionato con la debita cura, dall’altro effettivamente non si può non notare la pretestuosità della trama e la scarsa consistenza dei suoi snodi principali, tra già visto e banalità assortite, così come la natura poveristica degli effetti speciali, maschera di gomma del mostro in primis. Nel cast i ruoli principali sono riservati a Tara Buckman, Peter Hooten, Richard Foster, Mel Davis, Lee Lively e Tova Sardot; nomi non proprio altisonanti e interpreti di levatura modesta, ma che testimoniano come le riprese siano state effettuate realmente in terra americana (all’epoca era comune per il nostro cinema: sembra un millennio fa, a pensarci). La sceneggiatura è dello stesso Fragasso, mentre al montaggio risulta accreditato J. B. Matthews, vale a dire Bruno Mattei, che secondo Imdb potrebbe aver messo lo zampino anche in regia. Titolo alternativo: Night killer (eppure l’assassino non agisce solo di notte, vabbè). 2,5/10.
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