Regia di Giorgio Testi vedi scheda film
Noi siamo Afterhours è la testimonianza dinamica e viva di una notte che resterà uno snodo fondamentale nel percorso artistico di una delle band alternative rock più importanti della storia della musica italiana, capace, con lo scorrere del tempo, di crescere ed evolvere coerentemente e creativamente, divenendo elemento di raccordo tra generazioni.
Dai primi passi mossi nel 1988, quando erano solo un gruppo di amici che suonava insieme, che viveva insieme, che insieme faceva tutto, anche andare a comprare gli strumenti come se fosse una sorta di messa laica, e che aveva trovato naturale la scelta della lingua inglese perché inglesi o americani erano i modelli di riferimento, gli Afterhours di strada ne hanno fatta tanta. Dopo il passaggio alla lingua italiana (con Germi, 1995) hanno attraversato il periodo più duro - arrivando a un passo dallo scioglimento, trovandosi coperti dai debiti e con situazioni anche personali di instabilità - proprio mentre erano in piena gavetta, impegnati a distribuire ossessivamente demo alla ricerca (a lungo vana) di un'etichetta che distribuisse quello che poi si è rivelato il disco della svolta, Hai paura del buio? (1997), oggi riconosciuto come il disco italiano indipendente più importante degli ultimi vent'anni.
«Se cerchi di controllare tutto ti condanni alla medriocrità, tutto funziona bene ma non ci sono picchi». Partendo da questa frase, che sottolinea la necessità di lasciarsi andare veramente e senza calcoli, rischiando figure barbine ma dandosi la possibilità di esaltarsi ed ottenere risultati memorabili, in Noi siamo Afterhours il frontman Manuel Agnelli (unico sopravvissuto a tutti i cambi di line-up) racconta questa storia e quel che c'è stato anche dopo, accompagnando con i propri pensieri e le proprie riflessioni le immagini del concerto celebrativo dei trent'anni di attività della band, tenuto a Milano il 20 aprile 2018 in un Forum di Assago tutto esaurito: un concerto che egli stesso ha definito un punto di arrivo dinnanzi al quale sarà fisiologicamente necessario cercare nuovi stimoli; un concerto durante il quale, sul palco, ai membri della formazione attuale si sono alternati quelli delle passate, quasi a voler chiudere un cerchio e salvare un'istantanea diversa e unica per ogni momento diverso e unico di un lungo viaggio; il regista Giorgio Testi, che giunge a questo docufilm dopo aver lavorato negli anni con il gotha del rock mondiale (Rolling Stones, Blur, Oasis e Elton John, solo per citarne alcuni) cerca di esaltare questo aspetto suddividendo il tutto in capitoli, ciascuno dei quali corrispondente al titolo di un disco e nel corso di ciascuno dei quali la voce narrante di Agnelli condivide sensazioni e rielabora ricordi attinenti mentre, sul versante visivo, le immagini del live vengono integrate da brevi filmati e scatti d'annata.
Noi siamo Afterhours è la testimonianza dinamica e viva di una notte che resterà uno snodo fondamentale nel percorso artistico di una delle band alternative rock più importanti della storia della musica italiana, capace, con lo scorrere del tempo, di crescere ed evolvere coerentemente e creativamente, divenendo elemento di raccordo tra generazioni di pubblico diverse.
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