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White Blood

Regia di Barbara Sarasola-Day vedi scheda film

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La recensione su White Blood

di supadany
5 stelle

Festa del cinema di Roma - Selezione ufficiale.
Prima di entrare in un giro sbagliato, sarebbe il caso di fare una seria valutazioni dei rischi. Chiaro, il bisogno impellente spinge ad auspicare che tutto possa andare per il verso giusto, anche sfidando la ragione, ma è solo una pia utopia.

Infatti, dall'altro lato del telefono c'è gente che pensa esclusivamente al proprio tornaconto, con una vasta lista di persone distrutte sulla coscienza, tanto che aggiungerne una non costa nulla.
Mentre si appresta a valicare il confine che divide Bolivia e Argentina trasportando droga, Martina (Eva De Dominici) deve fronteggiare un evento imprevisto quando il suo compagno Manuel (Rakhal Herrero) muore, con all'interno del suo corpo metà della merce da consegnare.
Cinta d'assedio da trafficanti che non vogliono sentire ragioni, Martina ha in suo padre Javier (Alejandro Awada), con cui non ha mai avuto alcun tipo di rapporto, l'unico appiglio per uscire da una situazione di pericolo estremo.

 

Alejandro Awada, Eva De Dominici

White Blood (2018): Alejandro Awada, Eva De Dominici


Sangre blanca affronta la miseria di luoghi tra i più poveri del Sud America, utilizzando due canali principali. Da una parte, il traffico di droga che invoglia giovani sprovveduti a correre rischi spropositati per cercare una veloce soluzione ai loro problemi economici, dall'altra rapporti di sangue bruscamente interrotti, che tolgono dalla disponibilità delle nuove generazioni un punto di riferimento irrinunciabile.
Trattasi di due questioni che Barbara Sarasola-Day affronta senza avere alle spalle una sceneggiatura sufficientemente acuta, con elementi di assoluto interesse poggiati su un'architrave ristretta, che vacilla ripetutamente sulla caratterizzazione dei personaggi che interagiscono con la protagonista, interpretata da un'appariscente Eva De Dominici.

Dunque, i malviventi di turno non sono particolarmente credibili nella loro doppia irruzione, mentre il padre - una sottospecie di Mr. Wolf caduto in disgrazia - è una presenza dimessa, sfruttata solo in minima parte, nonostante il balletto spigoloso con la figlia sia centrale, soprattutto nella fase decisiva.
Così, Sangre blanca costruisce una cornice altamente problematica e tormentata, ma non riesce a conservare un'integrità altrettanto valida, soggetta com'è a rimodulazioni che, in più di un'occasione, comportano sbandamenti non facilmente assorbibili o mitigabili, quantunque sia lodevole nelle intenzioni e non accondiscendente nelle conclusioni.
dalle forti motivazioni, purtroppo incastonate su un'elaborazione controversa.

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