Regia di Rakeysh Omprakash Mehra vedi scheda film
Riuscire a sorprendere in un contesto come quello di una Festa del cinema di Roma, gareggiando in un concorso che vede protagonisti alcuni dei film più attesi, è già da considerarsi una vittoria. Se consideriamo poi che questa pellicola è riuscita anche a commuovere, erano diversi gli addetti stampa che hanno asciugato le lacrime in più di un’occasione, allora direi che, a prescindere da come andranno le cose, il regista può ritenersi più che soddisfatto.
Con un incipit che si impone da subito, crea inizialmente una sorta di disorientamento, sia per l’uso smisurato della colonna sonora, che in alcuni casi finisce per essere invadente, sia per i colori della fotografia a dir poco cangianti, è chiaro che l’intento è quello di avvolgere lo spettatore per trasportarlo in una baraccopoli di Mumbai dove il protagonista, il piccolo Kanuu, vive con la sua mamma, e ci riesce senza il minimo problema.
Queste due caratteristiche, la musicalità e la fotografia coloratissima, sono i due punti costanti attorno ai quali sembra costruita tutta la narrazione, scorrevole e piuttosto ben costruita anche nei dialoghi; ottimamente rappresentato dalle inquadrature, che pur non essendo la caratteristica di spicco del film, riescono comunque a raccontare il dramma con la dovuta accortezza senza perdere di vista l’attenzione dello spettatore che resta costante per tutta la durata.
Nonostante un finale a lieto fine, il fatto che non lo si dia per scontato, rende il film degno di attenzione. Grazie anche ad un buon cast, su cui spiccano le interpretazioni del piccolo Om Kanojiya, che conquista non solo per la sua dolcezza ma anche per l’intensità della sua recitazione e la bellissima Anjali Patil dallo sguardo talmente intenso da creare con chi guarda l’empatia giusta affinché tutti riescano ad essere partecipi del suo dramma.
Una pellicola che finisce per essere una boccata d’aria; distinguendosi dalla maggior parte dei film in concorso proprio per l’originalità che la contraddistingue, grazie anche all’aria da musical che si respira e che nelle occasioni in cui la tensione sembra salire, smorza il nodo in gola, ma solo quando le lacrime non devono avere la meglio; in altri casi, come già detto, ha anche la capacità di emozionare.
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