Regia di Robert Sedlácek vedi scheda film
Non credo di sbagliare quando definisco le biografie il genere di film più difficile da realizzare. Si finisce sempre per trascurare qualche elemento, più o meno importante ma che spesso finisce per ridurre lo spessore della pellicola e il conseguente interesse dello spettatore. Nel caso dell’opera di Robert Sedlàcek, la struttura narrativa è disastrosa.
La storia viene completamente tralasciata. Per quanto almeno sommariamente tutti conoscano gli eventi che sconvolsero l’allora Cecoslovacchia, invasa illecitamente dai sovietici, ci sono aspetti che è lecito non conoscere e un regista investito dall’esigenza di raccontare l’umanità, l’impatto che questi eventi hanno sulla popolazione ed in particolar modo sullo studente Jan Palach, non può omettere il resoconto storico, necessario per comprendere la moralità che giustifica un atto così estremo.
Carica invece la pellicola di scene superflue che finiscono solo per rallentare il ritmo del film, come le estenuanti scenette familiari di cui lo spettatore non sente un’esigenza così assidua, fino a condurlo ad un’andatura soporifera che annienta anche l’ultimo briciolo di curiosità che sembrava essere sopravvissuto, fino alla prima metà della visione.
Ad aggravare ulteriormente la situazione, ci si mette l’incapacità del regista di creare empatia con il protagonista, finendo addirittura per attuare verso di lui un vero e proprio senso di repulsione quando lo rende artefice di azioni incomprensibili, come l’assurdi gesti annegare nel fiume un cucciolo di cane.
La mancanza di un chiaro riferimento storico, il lentissimo svolgimento narrativo e l’impossibilità di creare la giusta alchimia con il personaggio di Palach rendono una storia pregna di elementi portanti, uno scarno racconto di vita concentrato sugli ultimi mesi dello studente e attivista ceco, talmente tedioso da rendere la visione davvero faticosa; con l’attimo ultimo che, pur essendo violento e mostrato nella sua violenta totalità, non intenerisce chi guarda perché completamente estraneo ai fatti raccontati.
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