Regia di Giovanni Zoppeddu vedi scheda film
13° FESTA DEL CINEMA DI ROMA - SELEZIONE UFFICIALE
Ispirato all'opera letteraria di ricordi e testimonianze storiche di una tipica pesca isolana, ed in particolare siciliana, che trae le sue origini da un passato assai lontano, il "Diario di tonnara" di Ninni Ravazza, di cui il documentario cita in lettura diversi passaggi più suggestivi e caratteristici, l'opera prima di Giovanni Zoppeddu si concentra, in particolare, sul lavoro complesso e minuziosamente organizzato che dava lavoro, risorse, e possibilità di vita a tutto il borgo marino costruito nei pressi della tonnara di Bonagia, nel trapanese.
Immagini di repertorio - inerenti le fatiche del lavoro, l'apprensione delle donne a casa con i mariti pescatori in mare, l'attività di raccolta che impegnava tutto il borgo, dai vecchi ai bambini passando per le donne intente a riparare le reti - si alternano a scorci e riprese di una realtà attuale che vede nelle tonnare, specie in Sicilia, luoghi per lo più ricondotti a luoghi di attrattiva turistica, da decenni abbandonati e lasciati alla lenta disgregazione ad opera degli elementi naturali, dell'erosione del vento e del mare.
Certo il film evita sapientemente di affrontare tematiche scottanti a sottofondo ecologico come la mattanza, qui intravista solo di sfuggita, per concentrarsi sulla memoria e su un lavoro eroico eseguito per intere vite di fatiche, da parte di un popolo che ha trovato nella comunione di intenti e nel corporativismo, l'unico modello concreto per riuscire a sopravvivere alle asperità e alle difficoltà di una terra in grado di sfamare, ma a costo di sacrifici che al giorno d'oggi ci sembrano davvero atti di eroismo inconcepibili.
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