Regia di John Irvin vedi scheda film
Un esempio di istant-action-movie di un divo americano degli anni ottanta che imitava il rivale in una gara al grido di "Vinca il peggiore!"
Action-movie pseudo poliziesco dal titolo che d' estate richiama alla mente il nome di un gelato, girato su misura per l’ allora divo americano Schwarzy, qui negli stretti panni di Mark Kaminsky, un rude ma infallibile ex agente dell‘ FBI retrocesso a sceriffo di campagna per colpa del solito collega corrotto in combutta con il solito ricco e vecchio boss italoamericano della mafia di Chicago. Quando questi mafiosi uccidono il figlio di un suo vecchio amico ed ex collega ferendo gravemente anche il padre, Kaminsky lascia perdere la moglie alcolizzata prossima al divorzio e decide di sgominare da solo la banda di criminali infiltrandosi in essa come malavitoso e ovviamente ci riesce, stendendo anche l' agente federale doppiogiochista.
Uscito nello stesso periodo di un altro action-movie sparatutto con Stallone, venne esaltato in patria da qualche prezzolato giornalista che descrisse il personaggio di Arnold Schwarzenegger “Il Cobra dei ragazzi con il cervello”, una definizione poco credibile dato
che se quella versione poliziesca di Rambo con il divo rivale non era una perla di fantasia, il personaggio di Sylvester Stallone sembrava adirittura più originale di quello di Schwarzenegger, nonostante che la trama di "Codice Magnum" sia più complessa. Quando Schwarzenegger si porta dietro armi e bagagli prima dello scontro finale, scordandosi l' indispensabile giubbotto antiproiettile, sembra l' omaggio a una famosa scena di "Rambo 2 - La vendetta". Nella strage finale, dove fa fuori tutti i cattivi compreso il vecchio boss, ricorda molto il già interpretato robot killer Terminator. In realtà l’unica novità è il numero totale di morti, leggermente più basso rispetto alla media degli altri film del genere e anche in questo film la vicenda si conclude presto con un carosello finale di sparatorie con revolver, fucili a pompa e mitragliette varie, per un totale di “solo” trentacinque morti, con l' eroe vendicatore senza nemmeno un graffio che non cambia mai espressione in tutto il film, neanche quando spara o prende a pugni qualcuno. Ovviamente quando i cattivi sparano al protagonista sembrano tutti ciechi, poco furbi e imbranati. Nel successivo film "Commando" Schwarzy fece di peggio, raggiungendo un record totale di morti degno dell' omonimo videogame da bar.
Da antologia del trash e del grottesco involontario la scena in cui Schwarzenegger-Kaminsky fa fuori una decina di nemici armati in una cava guidando veloce e sparando alla cieca con il sottofondo della canzone “Satisfaction” dei Rolling Stones. La colonna sonora può essere adatta anche allo spot di una moto da cross o di un dopobarba. Come infiltrato in giacca e cravatta alla James Bond, Schwarzenegger può al massimo passare per un buttafuori e quando cerca di fare il simpaticone con la bella di turno è meno espressivo di una statua di marmo, domostrando per l'ennesima volta di non riuscire ad andare oltre ai suoi più noti personaggi di successo: Conan il Barbaro e Terminator, con l' esposizione dei suoi grandi muscoli pettorali sempre garantita ma da un attore come quello non c'è da aspettarsi niente di nuovo, perchè sarebbe come pretendere che il Mostro di Frankenstein balli il tip tap. Tanto per fare un esempio del suo "sofisticato umorismo", quando gli chiedono che lavoro fa lui risponde: "Puttaniere".
A parte la pupa del gangster Katryn Harrold, gli altri altrettanto poco noti attori del cast, facce da fedina penale come Robert Davi e Paul Shenar, sono solo dei bersagli mobili destinati a una morte certa. Un successo negli States, da noi "Codice Magnum" fu poco visto dal pubblico e stroncato da tutta la critica nostrana. Schwarzenegger passerà ad altri generi di film, compresi la cammedia e la fantascienza, con risultati più originali e migliori. "Codice Magnum" si può vedere solo perchè non è noioso anche se più banale di una puntata di un qualsiasi telefilm del genere azione sparatutto ma c' è più fantasia nelle copertine dei romanzi gialli economici che in film come questo.
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