Regia di Neil Marshall vedi scheda film
Spettacolo visivo per gli appassionati di horror, il reboot del celebre personaggio lanciato dal dittico diretto dal premio oscar Guillermo Del Toro vira definitivamente all'horror. Neil Marshall, regista di genere che ha tentato il salto nelle grandi produzioni, lascia intendere di essere a maggior agio con l'orrore e le sequenze truculente (qua davvero abbondanti ed estreme). Dopo Dog Soldiers, trova altri mutaforma (una sorta di ghepardo mannaro) e personaggi che sembrano usciti dalla serie Masters of the Universe (un uomo cinghiale, un altro che è un uomo pipistrello). Hellboy, non più affidato a Pearlman, si muove su contesti dimensionali diversi e ha a che fare con creature degne del genere fantasy, tra giganti, streghe e profezie apocalittiche. Hellboy è la grande bestia dell'apocalisse che una strega, decapitata a suo tempo dalla spada di Re Artù e ritornata in vita grazie all'azione dei suoi accoliti, tenta di corrompere per portarlo dalla sua parte.
Azione, ritmo serrato e continui effetti splatter (in computer grafica) mantengono la pellicola sul binario dell'adrenalina. Non convincono diverse cose. A esempio, Hellboy prende legnate da tutte le parti, viene infilzato da lance, torturato con scariche elettriche che dovrebbero ucciderlo, preso a colpi d'albero in testa, eppure non subisce alcun effetto a lungo termine. Stucchevoli i dialoghi che vorrebbero stemperare la visione violenta con un po' di humor. Ottima la presenza della Jovovich. A me è piaciuto, ma va preso per quel che è: un blockbusterone. Flop al botteghino. Costato 50 milioni di dollari, ne ha incassati circa 45.
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