Regia di Scott Cooper vedi scheda film
Presto o tardi che sia, ognuno di noi è chiamato ad affrontare periodi dolorosi che conducono alla perdita di un affetto importante, culminanti con un addio che genera un trauma, destinato a manifestare i suoi effetti a lungo termine, divorando l’anima.
Premesso che tutti hanno bisogno di un aiuto per mitigarne i contraccolpi potenzialmente devastanti, c’è chi si apre agli altri e chi si estranea da tutto ciò che lo circonda, dal resto del mondo. In questi casi, è fondamentale incrociare sulla propria strada qualcuno che sia in grado di captare il disagio, di avvicinarsi con circospezione per poi agire, facendo tutto il possibile per rischiarare l’orizzonte.
Appena giunta in un piccolo centro dell’Oregon per lavorare come insegnante e ricongiungersi con suo fratello Paul (Jesse Plemons – Fargo: Stagione 2, Sto pensando di finirla qui), Julia Meadows (Keri Russell - The Americans) intuisce che Lucas Weaver (Jeremy T. Thomas), un ragazzino taciturno e tartassato dai suoi coetanei, sta vivendo una situazione familiare che merita di essere attenzionata.
Ben presto, grazie anche al contributo di Warren Stokes (Graham Greene – Balla coi lupi), capirà che Lucas sta facendo di tutto per tenere nascosta la presenza di una creatura malevola che ha preso possesso del corpo di suo padre, ormai pronta per uscire allo scoperto, mettendo così in serio pericolo l’intera comunità locale.
Nonostante la situazione avversa, Julia e Paul decidono di non perdere tempo prezioso, fronteggiando un essere letale e famelico contando esclusivamente sulle loro forze.
Tratto dal racconto The quiet boy scritto da Nick Antosca, che collabora alla sceneggiatura insieme a Henry Chaisson e a Scott Cooper, Antlers era un progetto inizialmente pensato per Guillermo del Toro che, dopo aver passato la mano andando su altri progetti (a conti parzialmente fatti, ben più interessanti, vedi l’attesissimo Nightmare Alley), è rimasto attivo nel ruolo di produttore, condiviso con David S. Goyer (Il cavaliere oscuro, L’uomo d’acciaio).
Così, al regista messicano è subentrato il versatile Scott Cooper che, dopo l’exploit di Crazy heart, il febbricitante thriller Il fuoco della vendetta, il gangster movie Black mass e il western Hostiles, si cimenta per la prima volta con l’horror.
In realtà, parliamo comunque di un ibrido, in quanto gli spaventi sopraggiungono all’interno di una contingenza dai tratti drammatici, con equidistanze mutevoli. Per essere più precisi, Antlers presenta un bambino problematico, smarrito e fiaccato dalla sua impossibilità di comprendere quanto sta accadendo, il distacco dalla realtà come contraccolpo di un forte trauma e la disattenzione che lo circonda, descrivendo sommariamente i malfunzionamenti di un sistema sociale deficitario, che tende ad agire con ritardi che rischiano di compromettere il singolo caso, per non parlare di assenze totali, come nella fattispecie di rimando riguardante Julia, con un passato che non smette di tormentarla.
In ogni caso, l’itinerario – facilmente riconoscibile, accostabile e sovrapponibile a un’infinità di altri titoli - vede emergere la controparte horror, che intensifica la sua azione, con alcune sventagliate tipiche del repertorio, con spiriti maligni che soppiantano la ricerca di spiegazioni logiche, in primis di chi cerca di sbrogliare la matassa.
Più in generale, Antlers finisce per essere un horror con accenni autoriali, così come un film conservativo. Allinea e compenetra gli ingredienti di cui dispone attraverso una dissertazione approntata con serietà e concretezza, virando gradualmente su tinte più cupe. Annovera coerenza e disciplina, ma anche una scarsa propensione al rischio e una proiezione consolidata (vedi il finale che tiene aperta la porta su nuovi capitoli), tanto da finire impaludato nel limbo dell’aurea mediocritas, trovando una sponda sicura solo nel rendimento garantito da Keri Russell e Jesse Plemons, due interpreti – loro sì - decisamente sopra la media, sempre calati nei rispettivi ruoli, francobollati ai personaggi.
Umile e pratico, sprovvisto di guizzi che possano fare la differenza.
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