Regia di Scott Cooper vedi scheda film
"Sono inafferrabili, e sempre in cerca di cibo: ma mangiare li rende ancor più affamati...e più deboli.
Chi è così sfortunato da incontrarne uno, può ucciderlo, ma solo quando è debole.
E solo estinguendo il suo cuore pulsante, costringendolo così a cercare un altro ospite. Ma tutto questo ha un senso: i nostri spiriti ancestrali erano qui molto prima di noi, e saranno qui dopo che noi ce ne saremmo andati.... Ora però sono arrabbiati..."
Una insegnante elementare torna nella propria cittadina natia per ricongiungersi col fratello poliziotto, dopo esser fuggita da ragazzina a seguito dei comportamenti sessualmente depravati di un padre-mostro, ritrovatosi a gestire due figli dopo la morte della moglie. Cercando di ristabilire un rapporto col fratello, la donna inizia ad reinserirsi in società iniziando ad insegnare.
Ma il comportamento strano di un ragazzino preso di mira dai compagni più bulli, e la sparizione di alcune persone poi ritrovate orrendamente straziate nei vicini boschi, porta alla luce l'esistenza di un essere che la mitologia dei nativi americani già ben conosceva. Un essere che si nutre di malvagità, oltre che di esseri umani, che fagocita impossessandosi del male che vive in loro.
Il ritorno in regia del fino ad ora valido regista Scott Cooper (Hostiles il suo titolo migliore), si manifesta con un horror che ambisce a fondare le radici del proprio percorso narrativo, oltre che del mistero che sta al centro della vicenda, in una antica e suggestiva, oltre che spaventosa leggenda delle popolazioni oriunde americane, volgarmente definite pellerossa o incongruamente "indiani".
Le basi per un horror coi fiocchi ci stavano tutte, ma Cooper, in realtà cineasta bravo ma piuttosto mainstream, non si rivela avvezzo ai tempi e agli stili di genere, ambendo anche a sondare sfaccettature umane di chi ha subito le terribili esperienze di incesti ed altre tragedie familiari.
Tematiche spinose che mal si amalgamano alle atmosfere horror e che rendono il film un po' incerto e convinto su quale strada imboccare.
Il cast (Keri Russell, l'ottimo e lanciatissimo Jesse Plemons, il sempre troppo sottostimato Scott Haze, il granitico Graham Greene, la rediviva - ma per poco...nel film - Amy Madigan) funziona, ma l'horror di lusso non convince proprio, un po' troppo edulcorato nelle scenografie certo ad effetto, ma un po' posticce, e senza quel pathos sporco e magari un po' artigianale che un buon horror deve portarsi appresso.
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