Regia di Ryan Eslinger vedi scheda film
Il giovane e brillante Derek, studente di matematica, viene completamente assorbito dall'analisi di un presunto avvistamento UFO avvenuto in pieno giorno sull'aeroporto di Cincinnati. Mettendo alla frusta la sua logica matematica, trascurando lezioni universitarie e relazioni personali, si avvicinerà a una scoperta sconvolgente...
Senza voler essere esaustivo, ma solo evocativo, mi piace ricordare i tanti modi con cui gli Alieni sono stati rappresentati nella storia cinematografica: dalla poesia nostalgica di ET a mostri sanguinari tipo La Cosa da un altro Mondo; da razze intelligenti alla ricerca di condivisione e convivenza (Incontri Ravvicinati del 3° Tipo) a schiere militarizzate alla conquista di nuovi pianeti (La Guerra dei Mondi, Indipendence Day); da virus patogeni o zombizzanti (Life; Fantasmi da Marte) a progenitori della vita sulla Terra (Prometheus).
Se è vero che soprattutto nella SF anni '50 l'idea del Marziano cattivo serviva a sublimare la paura del conflitto atomico nel clima della guerra fredda, altrettanto nutrito è stato il filone letterario-cinematografico che ha dato corpo alla voglia di sapere se siamo veramente soli nell'Universo.
In questo Interferenze predomina una fotografia grigia e poco luminosa, come a sottolineare la difficoltà di fare luce in certe situazioni (il complotto di una "cupola"?).
Il soggetto decide di seguire le elucubrazioni di Derek, riuscendo a mantenere vivo un certo pathos, mentre contemporaneamente ci fa familiarizzare con concetti quali quelli dei numeri semi-primi e della costante di struttura fine; invece Gillian Anderson, star di X-Files, si muove molto più defilata.
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