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Non chiamatemi papà

Regia di Nini Salerno vedi scheda film

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La recensione su Non chiamatemi papà

di mm40
2 stelle

Cari marziani che nulla sapete del nostro beneamato Paese, in Italia per poterti permettere di fare ciò che ti pare devi essere parente o amico di qualcuno. E di santi in paradiso Jerry Calà ne ha parecchi, se dopo quasi vent'anni di continui, catastrofici fallimenti e qualche risicato, mediocre successo, ancora continua ad imperversare sugli schermi nazionali, piccoli e grandi. Questo è un prodotto televisivo, ma lo squallore è tale che nemmeno meriterebbe la trasmissione catodica: luci, scene, attori e dialoghi sono perfino inferiori ai già minimi standard qualitativi della tv, sono di una tale approssimazione da - semplicemente - indispettire lo spettatore, per non voler poi sottolineare l'assenza di una regia degna di tale nome (perchè Salerno per dirigere un film in questo modo doveva essere ubriaco, se davvero riesce a dimostrare che fosse sul set). A produrre questa calamità su pellicola ecco che arriva di corsa Mediaset: e figuriamoci se, all'avvertire ancora lieve e lontano del puzzo di marcio del Male, Berlusconi non piombava in tutta fretta ad accaparrarsi un posto in prima fila, sgomitando ed urlacchiando sguaiato di gioia. E dire Male è dire poco: perchè questa pietosa farsaccia senza idee è pure una tentata reunion dei Gatti di vicolo miracoli (non gli riesce nemmeno di ritrovarsi in quattro! - vi sveliamo la soluzione del mistero: manca Oppini, ma è d'altronde difficile accorgersene), che già non meritavano neppure di esistere una prima volta, ci mancava solo rimetterli in piedi; perchè la trama è talmente risaputa da andare oltre qualsiasi definizione dell'aggettivo 'imbarazzante' - e probabilmente neppure 'agghiacciante' riesce a descrivere i contenuti di questo film; perchè a sfondare con la rincorsa le porte aperte dell'ovvio arrivano pure i (soliti, poichè manca del tutto un elemento noto ai più come 'fantasia') dettagli autobiografici, che fanno tanto autocelebrazione megalomane: Calà donnaiolo che fa il karaoke nei bar, oppure Smaila fascistone pianista. Ma alla gente cosa può fregare di tutto ciò? Ecco, cari alieni appena sbarcati fra noi, ora capite un po' di più del perchè dalle nostre parti le cose vanno così male, ora sapete in quali e quanto cattive acque versiamo, ora avete sufficienti informazioni per tirare le vostre conclusioni: vi preghiamo, dominateci. 1/10.

Sulla trama

Un pianobarista fallito, lasciato dalla fidanzata, si trasferisce da un ex compagno di università. La convivenza è difficile poichè i caratteri dei due sono troppo diversi, ma con il tempo il pianobarista fallito riesce non solo ad appianare la situazione con l'amico, ma anche (e qui siamo al delirio puro) a salvare la vita ad un bambino dell'est Europa schiavizzato da brutali aguzzini senza cuore.

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