Regia di Simone Spada vedi scheda film
Domani sarà pure un altro giorno, ma questo resta uno dei soliti film che gioca sulla commozione facile facile.
Si esce dal cinema con l'idea di aver assistito ad un'opera diligente ma furbetta, e l'impressione tangibile che si sia sovraccaricato in melodramma.
Parere scaturito senza aver visto l'originale argentino Truman, del quale tutti parlano molto bene.
Gianni (Marco Giallini, buffamente istrionico, con quella sua voce roca, che scandisce a fatica parole e futuro) afflitto da un tumore che gli lascia poco tempo, incontra Tommaso (Valerio Mastandrea, ancora catatonicamente avvinto al filone The Place) trasferitosi per lavoro in Canada, ma tornato appositamente, anche se per pochi giorni, per alleviare il vecchio amico, ed aiutarlo ad affidare Pato, docile cagnone unico compagno di quest'ultimo, presso qualche famiglia che ne abbia cura.
Sarà occasione per rievocare tempi andati, riscoprire un'amicizia solida, togliersi anche qualche sassolino dalle scarpe, ma prendendo atto che ci si vuole bene, davvero.
Giallini sembra più in parte, guascone e frizzante, a dispetto dell'imminente tragedia, Mastandrea fa da contrappunto, spalla ideale, argina ed equilibra, da bravo informatico, anche se poi è complice di marchianerie atte solo a fare spettacolo, come il viaggio a Barcellona per una sorpresa al figlio, senza neanche assicurarsi di poterlo trovare, o l'estemporanea scappatella finale, che qualcuno me la deve spiegare...
Continuo a preferirli nei Buttafuori.
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