Regia di Dexter Fletcher vedi scheda film
L’ultima moda che si sta diffondendo nella settima arte, sono i film biografici sulle star della musica. Dopo il successo di Bohemian Rhapsody, parabola sulla nascita dei Queen con un focus sul compianto leader Freddie Mercury, tocca a Elton John, una delle pochissime persone a poter vantare una biografia cinefila pur essendo ancora vivo e vegeto.
Utilizzando la composizione tipica dei musical, con tanto di testi tradotti che scorrono nei sottotitoli, il film di Dexter Fletcher, collaboratore non accreditato per la pellicola sul gruppo britannico di cui sopra, è estremamente scenico, degno del personaggio che rappresenta, e di cui ruba letteralmente il titolo di una sua nota canzone, in cui viene raccontato proprio il periodo vitale su cui si concentra la parte finale della pellicola in questione.
Ottimamente interpretato da Taron Egerton la cui mimesi con Reginald Kenneth Dwight è a dir poco stupefacente (lo si nota anche dalle immagini di repertorio che scorrono insieme ai titoli di coda); è evidente il lavoro di interpretazione che è stato fatto dallo stesso attore per arrivare a copiare anche i gesti e le posture che hanno reso celebre e riconoscibile il mitico Elton John.
La formula del musical, in cui le canzoni vengono troncate a metà e mai cantate per intero, aiuta lo spettatore a capire il senso delle sue canzoni più famose ma non ad entrare pienamente nel racconto. Si resta sempre un passo fuori dalla trama e neanche il finale, per quanto sentimentale possa essere, sembra sciogliere quel nodo di irrealizzato che si sussegue per l’intero racconto.
Peccato perché l’incipit era davvero allettante, fin quando la virata della seconda metà del film, finisce per condurre lo spettatore, che sembrava ormai introdotto nella vicissitudini familiari e non della star della musica, viene convogliato ai margini della storia, dove vi resterà fino all’estremamente positivo finale.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta