Regia di Dexter Fletcher vedi scheda film
Gran bel biopic questo di Elton John, tutte idee cinematograficamente vincenti, dal regista cacciato via da Bohemian Rapsody, Dexter Fletcher (forse perché voleva fare un autentico film anche di quello?!), a partire dallo sfogo agli Alcolisti Anonimi dove il baronetto getta in pasto tutti i suoi vizi e i suoi tormenti, spogliandosi mano a mano delle sue infinite maschere: dalla famiglia anaffettiva al suo amore per gli eccessi, (qualsiasi eccesso), in una accorata e mai banale narrazione, fin dall'adolescenza travagliata e attraverso il suo genio musicale in embrione.
Un crescendo che tiene conto delle sue aspirazioni, delle sue aspirazioni, delle sue lotte e della sua fragilità, esemplificate con estrema efficacia dalla splendida I want love, con i testi dell'inseparabile Bernie Taupin, sceneggiata e cantata insieme alla sua famiglia. Un tocco di poesia e di ottimo cinema.
La talentuosità di Elton John spazia tra i generi più disparati, riuscirà a creare ballate struggenti e intermezzi rock trascinanti, e la sua produzione è pazzesca, paradossalmente proprio qua il limite del film: dover scegliere per forza di cose tra un miliardo di canzoni, operazione più semplice per il film sui Queen, dove la messa in scena della quasi totalità dei loro cavalli di battaglia, ha potuto scontentare ben pochi fans.
Con Elton, musicalmente, si è dovuto scremare.
Il film, invece, l'ho trovato tre gradini sopra Bohemian Rapsody: salti temporali, soluzioni oniriche, innesti di musical, evoluzioni acrobatiche, estro coinvolgente, coralità e inventiva; tutto per tenere tensione e pathos sempre molto vivi.
Riguardo ai pezzi, avrei scelto altro, molto altro, ma come accennavo prima, difficilmente qualsiasi suo fan, potrà ascoltare esattamente quello che pensava di trovare a priori.
Nota di merito per Taron Egerton che offre spessore, stile e, soprattutto, voce reale, alle gesta eltonjohniane, una prova di carattere che contribuisce a farci affezionare ancor di più alla vita di un cantante che ha fatto decisamente la storia (e grazie a Dio, ancora la fa).
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