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Rocketman

Regia di Dexter Fletcher vedi scheda film

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La recensione su Rocketman

di alan smithee
6 stelle

Che famiglia di mostri, quella capitata al povero bambino alla vana ricerca di amore ed affetto, che nacque come un qualunque Reginald Kenneth Dwight, e raggiunse l'apice da '64 in avanti come Elton John!!

Davvero una coppia di genitori terrificante, quella che la sventura mette a disposizione del povero bimbo, dotandolo tuttavia di una spiccata capacità di apprensione e di mnemonica nei confronti della musica, da apprendere a suonare il piano ad orecchio senza l'aiuto di nessuno, fino ad arrivare ad essere ammesso alla Royal Academy of Music, e poi ad esplodere come cantante di multiforme capacità (pop, soft rock, glam rock, piano rock, e chissà cos'altro ancora), in grado di destreggiarsi in diversi generi tipicamente poco raffrontabili e generalmente scelti dai vari altri artisti, in modalità esclusiva.

Ma noi ci troviamo dinanzi, prima di tutto, un Elton John di oltre un trentennio fa, quando alcol e abuso di stupefacenti, lo fecero percorrere il limite più estremo di un baratro generalmente senza ritorno.

Da quel momento, dalle sedute presso l'associazione degli alcolisti anonimi, prende avvio la vicenda, lungo un biopic che si salva ed appare godibile, oltre che per la bravura del solitamente troppo impostato e monocorde bell'attore Taron Egerton, qui, buon per lui, imbruttito ed ingrassato quanto basta per tradurci in modo apprezzabile i tratti paffuti e stempiati della celebre pop star inglese, per l'intuizione - che si rivela strategicamente salvifica - di trasformare il biopic in un musical scatenato e coloratissimo, che meglio della solita, stantia cine-biografia monocorde, riesce a restituirci un ritratto plausibile e nello stesso tempo esagerato della megalomane ed incontenibile star.

E' questa la vera idea azzeccata del film, che evita a Rocketman di risultare prolisso ed eccessivamente melenso come quel Bohemian Rhapsody, di cui peraltro lo stesso regista Dexter Fletcher curò i destini prima di questa sua ultima opera, dal momento in cui Bryan Singer (regista ancora ufficialmente titolare della paternità dell'opera) venne licenziato per divergenze dalla produzione.

Nel cast la convincente madre terrificante resa da una scientemente imbolsita Bryce Dallas Howard, la comprensiva nonna Gemma Jones, mentre nel ruolo dello scrittore Bernie Taupin, grande amico, collaboratore ed ispiratore del nostro Elton, ?Jamie Bell appare spesso un po' stranito ed impacciato, specie nel momento di interpretare e mimare i pezzi musicali cantati.

Il film, in definitiva - celebrativo certo, ma senza dimenticare luci ed ombre che si alternano sul personaggio - pur non contenendo alcun momento memorabile, appare come una riuscita ed almeno a tratti accattivante cine-biografia, alla riuscita della quale contribuiscono non poco gli infiammati ed adrenalinici ritmi della grande musica della grande pop star

 

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