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Il ladro di giorni

Regia di Guido Lombardi (II) vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il ladro di giorni

di axe
5 stelle

Dopo aver trascorso sette anni in carcere, il malavitoso Vincenzo si reca da parenti in Trentino per prendere con sè il figlio Salvo, ormai dodicenne, con il quale non ha avuto alcun rapporto per l'intera durata della detenzione. Insieme al ragazzo, Vincenzo si mette in viaggio per la sua terra natìa, la Puglia, con il malcelato scopo di portare a termine una vendetta. Il racconto della vicenda personale del protagonista s'intreccia alla descrizione di un rapporto tra padre e figlio che deve essere costruito dall'inizio. Vincenzo viaggia insieme al figlio con l'unico intento di utilizzarne la presenza come copertura, al fine di potersi muovere più liberamente; Salvo, che segue il padre di malavoglia, dovendo abbandonare la famiglia della zia che l'ha ospitato e cresciuto con un certo rigore, apprende immediatamente questo dettaglio. Dopo alcuni inutili tentativi di fuga, rimane incuriosito da quel genitore che non ha mai perdonato per il, seppur forzato, abbandono, e del quale, tuttavia, non sa nulla. Contestualmente, Vincenzo tende a prendersi cura di Salvo, che ha lasciato bambino e ritrovato ragazzo, maturato precocemente. Le sequenze del passato s'alternano al quelle del presente. Vincenzo ed i suoi complici erano finiti in carcere a causa dell'azione di un uomo che ritenevano di avere sotto controllo, nell'ambito delle loro molteplici attività criminali. Il padre vuole vendetta nei suoi confronti; questo proposito è rafforzato dalla vicinanza del figlio, poichè, standogli vicino e scoprendolo quasi un giovane uomo, comprende - e pertanto ne soffre - di non aver vissuto la crescita di Salvo. Il perseverare nell'errore, porta il personaggio di Vincenzo alla rovina. Il giovane Salvo lentamente supera la diffidenza; coglie i segnali di apertura lanciati dal padre e arriva ad agire secondo il suo volere, quasi tentando di compiacerlo. Ho trovato inverosimile questa descrizione del rapporto; da un lato, abbiamo un padre non in grado di imparare dagli errori commessi; lentamente - per quanto possibile entro i pochi giorni a disposizione - torna ad esercitare il suo ruolo di genitore, ma appare assolutamente incapace di tenere il figlio al distanza dalle sue azioni criminali; da un altro lato, entro gli stessi pochi giorni, i sentimenti di Salvo verso il padre compiono un'evoluzione che in realtà richiederebbe mesi. I due attraversano l'Italia compiendo reati a piacimento, quasi la nazione fosse una sorta di spopolata terra senza legge. Queste improbabilità colpiscono alla base la credibilità di un racconto che è comunque ben interpretato - il Vincenzo impersonato da Riccardo Scamarcio è un personaggio dall'animo tormentato, percorso da un'inquietitudine che trova spiegazione a poco a poco; il giovane Salvo, un giovane in bilico tra l'infanzia e l'adolescenza, che vuol apparire più grande e sicuro di quanto lo sia realmente, per nascondere quel vuoto interiore che gli ha lasciato l'assenza del padre. Discreto film drammatico; non sono riuscito però ad apprezzarlo fino in fondo per l'irrealtà di alcuni connotati.

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