Regia di Pupi Avati vedi scheda film
Quattro amici di vecchia data si ritrovano, nella notte di Natale, intorno ad un tavolo da poker, con l'intenzione di spennare un "pollo", tale avvocato Antonio Santelia, di cui si dice che sia un noto perdente, in grado di sostenere i costi del gioco grazie ai proventi di un'industria di cui è proprietario. Ugo, Stefano e Lele, fanno affidamento sulle risorse economiche e la bravura con le carte di Franco, il quale inizialmente rifiuta di giocare, a causa di un vecchio rancore verso il primo dei tre; poi, sapendosi oppresso dai debiti, accetta di partecipare, con risultati per lui disastrosi. Il regista Pupi Avati realizza un film estremamente amaro. Modella dei personaggi complessi, raccontando quale rapporto li leghi dopo tanti anni di conoscenza. Ne emerge un quadro fosco, quasi disperato. Quale più, quale meno, i quattro sono individui non realizzati. Le promesse ed i sogni della loro giovinezza sono stati traditi dalla materialità, dalla noia, dall'incapacità di realizzare le loro aspirazioni; dunque, cosa rimane di quella, che immaginiamo essere stata una vera amicizia, fatta di affiatamento, complicità, condivisione delle passioni e, perchè no, delle trasgressioni ? Poco, forse nulla. Solo nell'animo di Lele (Alessandro Haber), un critico cinematografico di scarso successo, intenzionato a racimolare un po' di denaro per pubblicare un suo libro, arde ancora l'antico fuoco. L'uomo, dal buon carattere, riceve più di una delusione da ciò che vede durante la notte, maturando la consapevolezza di come tutto sia ormai finito. George Eastman è Stefano, proprietario di una palestra, dall'atteggiamento distaccato, quasi indifferente all'evolversi della vicenda. E' gay; presumibilmente, gli amici non l'hanno compreso, ed egli non tiene a dimostrarlo, percependo forse ciò come una barriera insormontabile destinata a separarlo definitivamente da loro. Ugo (Gianni Cavina) è un conduttore di televendite separato dalla moglie; benchè ella e la madre tentino di riconciliarlo almeno con i quattro figli, egli rifiuta. Probabilmente ha consapevolezza delle proprie miserie, materiali e, soprattutto, morali. E' lui, infatti, a presentare agli amici il misterioso avvocato Santelia, come il gonzo di turno. In realtà è un giocatore professionista in grado di sapere "far girare" le carte al momento giusto. L'uomo, interpretato da Carlo Delle Piane, consente che lo si tratti con accondiscendenza, finchè prende in pugno la situazione; facendo leva sul carattere di Franco, abile ma incapace di controllarsi - la sua vita è stata vissuta all'insegna dell'istinto, del sotterfugio, dell'incostanza - riesce a vincergli mezzo miliardo di lire, lasciandolo annichilito. Ciò rende impossibile qualunque riconciliazione tra Franco ed Ugo, artefice di una e propria trappola nei confronti dell'amico. La sceneggiatura spiega tramite flashback come sia nata la discordia tra loro, e racconta incidentalmente la storia della misteriosa donna che appare all'inizio del film, conoscente di alcuni dei personaggi. E' Martina, in passato ragazza ingenua e piena di voglia di vivere, è stata poi rovinata dai rapporti con gli egoisti Franco ed Ugo, che l'hanno a lungo contesa; resa priva di ogni fiducia nel sentimento, è diventata una persona materiale ed edonista, cambiando così tanto, anche nell'aspetto, da essere irriconoscibile a Franco - suo ex-marito ed ancora innamorato di lei, nonostante sia sposato con un'altra donna - che l'incontra casualmente negli ultimi istanti del racconto. Quest'amara vicenda s'intreccia con le sequenze della partita a carte - ricche di tensione - e rende l'animo dello spettatore non troppo indulgente verso i personaggi del film, che ho molto apprezzato. Bravi tutti gli attori; soprattutto, Diego Abatantuono, nei panni di Franco. Appassionante film sui sentimenti, in particolare l'amicizia, del quale il regista indaga l'evoluzione, con esito negativo; altrettanto appassionante film sul poker, che non potrà che piacere agli appassionati del gioco di carte.
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