Ogni volta che rivedo questo film mi riconcilio con il grande cinema. Parliamo infatti di un capolavoro assoluto, il miglior film di Pupi Avati e fra i top di sempre. È incredibile come un film costruito intorno ad una partita poker riesca a raccontare le “disgrazie” del tempo di un gruppo di amici, che forse amici non lo sono più tanto. Il film di Avati ci conduce infatti nei meandri dei ricordi e dei tradimenti mai sopiti, nei tormenti di un presente ormai stretto e senza vie d’uscite all’infelicitá e spesso al fallimento, nell’amicizia falsa dove si fatica distinguere chi sia senza peccato. Il finale del film resta memorabile, come memorabili tutti gli attori, fra i quali spicca Carlo Delle Piane che in certi sguardi merita mille oscar nel suo ruolo di “baro” e di irrefrenabile sessuomane; straordinario anche Abatantuono che da condottiero della riscossa diventa il ”pollo” da spennare in un ribaltamento di fronte causato dal marciume di amicizie a perdere. Il tutto ambientato nella notte di Natale, a infrangere simbolicamente una sacralità perduta.
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