Regia di Helvio Soto vedi scheda film
Realizzato in Bulgaria che con il paese del Cono sur c'entra ben poco a cominciare dalla luce e dalla vegetazione, dagli stabili ben più decadenti e squallidamente sbrecciati, persino di quelli del Cile allora ancora pienamente "paese in via di sviluppo", con capitali francesi(Jacques Charrièr)e un cast "all star" franco-italo-bulgaro dell'Internazionale degli attori più sinistrorsi.
Girato dall'esule cileno Helvio Soto-che poi un altro film interessante e "borgesiano" ma in quel caso sulle conseguenze del colpo di stato del 1973, avrebbe girato in Europa-; ha l'evidente limite di essere un pamphlet di denuncia dovuta e innegabile, ma anche di propaganda marxista troppo didascalica, sottolineata, buonista e parziale.
Costa- Gavràs non c'entra quindi tanto, se non per il fatto che poi avrebbe fatto "Scomparso- Missing", più interessato al dettaglio storico e alla cronistoria dei fatti, che a parlare solo alla propria parte, già così formidabilmente forte e potente nell'ambito della cultura e del cinema, in tutto il mondo.
Motivo per cui il pinochettismo stesso poteva fare ben poco per non essere poi ritratto "ad hitlerorum" da tutta una miriade di film sui fatti dell'11/9/1973 e di cui questo fu proprio il primo di finzione-quasi una saga a sè stante- come sempre accade ai "fascisti"(la parola ricorre quasi ogni due-tre minuti, nel film), e "agenti della controrivoluzione".
Ciònonostante tutto ciò che succede a La Moneda(che appare esternamente soltanto in alcune sfuggevoli facciate ricostruite, di sfondo), pur senza effetti speciali pirotecnici notevoli e difatti non appare il bombardamento con i Mirage dell'aeronautica cilena di Gustavo Leigh, è molto ben realizzato e di grande efficacia spettacolare, a partire dalla sequenza del primo sparo di quella mattina, fuori campo mentre il giornalista attento ai fatti Laurent Terzieff, guarda un orologio.
C'è in particolare il carrello laterale sul piano dell'ufficio presidenziale di Allende, quando distesi a terra in giacca e cravatta membri dello staff e dei GAP rispondono al fuoco dei militari e della polizia nazionale con AK-47 e M-16 resi fedelmente anche per quello che riguarda il rimbombo degli spari, che spazzano via anche molte ricostruzioni successive magari più blasonate. E ben sottolineato è il coraggio e il trovarsi all'improvviso da borghesi in una situazione così estrema e senza infingimenti, di quel momento.
Molto bella la sequenza dello scontro finale con i militari di Palacios sulle ampie scalinate con Allende in elmetto che cade per primo imbracciando l'AK-47 donatogli da Castro(anche se probabilmente finì davvero con il suo suicidio mediante lo stesso, e non in maniera cosi drammaticamente catartica), seguito subito dall'addetto stampa il fedele amico Olivares impersonato da Riccardo Cucciolla, e altri fedelissimi.
Impressionante la somiglianza e abilità mimetica -resa bene in originale francese, quasi aguale alla vera voce del generale- dell'attore Henri Poitier con Pinochet. Superiore a qualsiasi altro che gli sia succeduto nel ruolo.
Eccellente pure Serge Marquand come Gustavo Leigh nella ricostruzione della famosa prima conferenza stampa "dagli occhiali con le lenti affumicate" della giunta, subito dopo il golpe.
Colonna sonora di Astor Piazzolla elemento forse più famoso, ma non così memorabile.
Troppo retorica seppure in parte aderente al vero, la chiusura con il corteo indomito e a pugno chiuso dei presenti, ai funerali di Pablo Neruda.
Titolo originale e in diverse traduzioni, "Il Pleut sur Santiago", "Piove su Santiago", che fu il codice militare d'avvio di quel famosissimo golpe e rilanciata per radio alle 06:45 dal q.g. della Marina militare dell'ammiraglio c.d.s.m. Josè Toribio Merino a Valparaiso, che stava proprio in quei giorni conducendo manovre d'addestramento congiunte con la marina americana, nelle acque antistanti.
E' un falso storico, forse dovuto all'essere stato realizzato "a caldo" dai fatti e con alcune rivelazioni non ancora emerse, come si vede in una abbastanza lunga scena, che Pinochet abbia partecipato a riunioni dei golpisti molto tempo prima dei fatti e quindi del "Tanquetazo" del 29 giugno precedente del tenente colonnello dei carristi Roberto Souper, e stroncato dal fedele generale lealista Carlos Prats, in pratica il primo tentativo di colpo di stato contro Allende.
Scaltro e intelligente ma anche opportunista come era Pinochet, decise di entrare a fare parte del golpe solo pochissimi giorni prima della sua effettiva messa in atto, quando ormai era certo della sua riuscita e del decisivo appoggio e collaborazione da parte della CIA e della ITT, che controllava buona percentuale delle comunicazioni nel Paese.
Prima aveva tentennato a lungo, e anzi poi prese pure il potere con l'esercito all'interno della giunta, quando la guida della stessa doveva in origine essere nelle mani dell'ammiraglio Merino e quindi della Marina, l'arma che storicamente era maggiormente conservatrice, importante e prestigiosa in Cile, e che più era dalla parte della cospirazione, oltre a spendersi fattivamente più di tutte per il golpe.
Pinochet era stato da pochissimo tempo, a fine agosto nominato dallo stesso Allende c.i.c. dell'esercito a seguito delle note dimissioni dopo "l'incidente Cox" dello stesso Prats, proprio perché considerato leale e fedele alla costituzione, e avere in maniera decisiva anche lui stroncato quella prima insurrezione armata, facendo puntare le armi dei suoi contro i militari rivoltosi.
Tanto che la mattina dell'11 settembre Allende, assediato alla Moneda, per rendere a posteriori misura dell'isolamento e grado di tradimento del quale ormai era stato oggetto, ebbe a confidare a Olivares e altri collaboratori:- "Povero Pinochet, sarà già stato ucciso o fatto prigioniero dai reazionari."
Pare che "Pinocho" abbia riso al sentire la cosa, dicendo che ''Allende quando lo nominò si era sbagliato, confondendolo con un altro generale, Manuel Pinochet."
John Nada
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