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Un racconto di Canterbury

Regia di Michael Powell, Emeric Pressburger vedi scheda film

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La recensione su Un racconto di Canterbury

di angelina
8 stelle


"Seicento anni sono passati.Cosa vedrebbe oggi Dan Chaucer e la sua buona compagnia?Le colline e le valli sono le stesse,Le foreste non ci sono più da quando hanno chiuso le zone.Sono sorte delle siepi divisorie,la terra è in fase di aratura e i frutteti hanno fiori che sbocciano sui rami.Il Sussex e il Kent sono come dei bei giardini,ma le pecore pascolano ancora lì sulle cime.La Via del Pellegrino serpeggia ancora in mezzo alle foresta,tra alberi e molti campi fertili.
Ma sebbene poco sia cambiato dai tempi di Chaucer,un altro genere di pellegrini percorre quella strada..."

Verso la fine della seconda guerra mondiale,nella stazione di Chillingbourne,vicino a Canterbury,s'incontrano il giovane soldato americano,Bob Johnson (John Sweet),il sergente inglese Peter Gibbs (Dennis Price) e una commessa londinese,Alison Smith (Sheila Sim),che sta cercando lavoro in una fattoria.
Tutti e tre hanno una pena nel cuore:Bob non riceve da molto tempo notizie della sua ragazza,il fidanzato di Alison è disperso in guerra e Peter vorrebbe rincominciare a suonare l'organo nelle chiese,invece che una pianola in uno squallido cinema londinese.
Poco dopo,nelle buie stradine di Chillingbourne,i tre incappano nel glue man,un maniaco seriale che imbratta di colla i capelli delle ragazze.Decidono allora di prolungare il soggiorno in quella cittadina per trovare il colpevole.E grazie ad una banda di ragazzini che giocano alla guerra,alle testimonianze di altre ragazze vittime della stessa aggressione e a nuovi incontri,scoprono che si tratta di una persona insospettabile,che,in questo modo vuole scoraggiare le ragazze inglesi ad uscire con i militari di passaggio.
Ripresa la via dei pellegrini,i tre amici arrivano a Canterbury,dove ognuno troverà una consolazione inaspettata alle proprie pene.
Secondo lungometraggio prodotto da The Archers,frutto dello splendido sodalizio di Michael Powell e Emeric Pressburger,"A Canterbury Tale" venne ultimato nel 1944,ma fu presentato negli Stati Uniti soltanto nel 1949.In Italia non fu mai distribuito,ma nel 2011,al Festival del Cinema di Roma,fu inserito nella retrospettiva "Patriots",della sezione Focus UK.
Prendendo spunto da "The Canterbury Tales" di Geoffrey Chaucer,di cui la voce narrante di Esmond Knight recita una parte del prologo:

"Whan that Aprill,with his shoures soote
 The droghte of March hath perced to the roote
 And bathed every veyne in swich licour,
 Of which vertu engendred is the flour..."

 " Quando l'Aprile con le sue pioggie molce
   le ferite del gel che Marzo inflisse alle radici
   e ad ogni vena reca quel liquor
   per cui sboccia in alto il fior..."

Powell e Pressburger,con grazia sapiente,sottile ironia e impalpabile levità,mettono in scena l'incanto di una natura incontaminata,la bellezza di luoghi densi di ricordi,in una poetica continuità tra passato e presente,si soffermano con sguardo dolente sulle ferite della guerra,giocano sui contrasti tra le tradizioni inglesi e quelle americane,tema a loro caro e poi più ampiamente sviluppato in "A Matter of Life and Death"  (1946),ricreando quel felicissimo connubio tra romanticismo ed eccentricità,come ha ben sottolineato Emanuela Martini,nella presentazione di questo ed altri sei film dei due autori inglesi al Bergamo Film Meeting,nel 1986.
" Quasi tutti rilevano,a ragione,che il cinema di Powell e Pressburger vive sulla contrapposizione di coppie contrastanti,un estremo della quale,grosso modo,gravitante nell'orbita di un conservatorismo vagamente nostalgico e l'altro nell'area di un eccentrica irrazionalità."
Dall'incipit in suggestivi costumi d'epoca (realizzati da Arthur Breton e Dorothy Edwards,non accreditati),al volo del falcone reale che si trasforma nel volo di un aereo da guerra,sovrapponendo al passato il presente,all'irresistibile "esercito" di ragazzini che,con impeto travolgente,aiutano i tre amici a risolvere il mistero del glue man,all'eccentrico archeologo Thomas Colpeper,un ottimo Eric Portman,che comunica ad Alison tutta la passione per la bellezza del luogo,scorci magnifici della campagna del Kent colti dal soffuso bianco e nero di Erwin Hiller,al ritrovamento del caravan dove la deliziosa Sheila Sim e il suo fidanzato avevano trascorso una breve vacanza prima che fosse dato per disperso in guerra - "Lei crede ai miracoli? - chiede la ragazza a Colpeper - Anche per le commesse?" - alla funzione nella splendida cattedrale di Canterbury,dove i tre "pellegrini" vedranno esaudite le loro preghiere,una serie di sequenze deliziose,ironiche,toccanti,sorrette da un dialogo acuto e brillante,con la preziosa scenografia del grande Alfred Junge,in un contesto dove non mancano,in sottotraccia,riflessioni più profonde sui temi della solidarietà fra popoli uniti dallo stesso ideale e sullo sforzo comune per riconquistare la pace.
Un piccolo gioiello misconosciuto del connubio Powell Pressburger che,dopo il magnifico "The Life and Death of Colonel Blimp",pur nell'esile trama,brilla di una luce soffusa e incantevole.
" Nessun altro ha catturato così bene il romanticismo inglese,seppellito sotto la reticenza emotiva." (Time Out 1985)

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