Regia di Marcello Fondato vedi scheda film
Un romano si trasferisce nell'entroterra emiliano, dove trova lavoro e moglie, sposata in municipio. Quest'ultimo dettaglio gli precluderà la possibilità di divorziare una volta sorpresa la donna con un altro, inconveniente d'altronde di poca importanza visto che lui stesso ha un'amante fissa. L'uomo si rivolge così a un esuberante azzeccagarbugli.
Commedia di costume invecchiata precocemente, ma che ciononostante (o forse a ragione di ciò) racconta con buona precisione uno spaccato sociale diffuso della sua epoca; i temi in ballo infatti sono parecchi e tutti di primaria importanza, dal divorzio in primis alle precarie condizioni lavorative degli operai, per arrivare ovviamente a schernire l'impianto burocratico ossessivo, involuto e controproducente della Repubblica. Al di là dei contenuti, il richiamo per il pubblico si presume essere nel buon cast; eppure fra macchiettismi eccessivi (Enrico Montesano, Lino Toffolo, Gastone Moschin) e personaggi non proprio in parte (le due emiliane di nessuna credibilità, per quanto doppiate con marcato accento: Senta Berger e Catherine Spaak), il film non concede i giusti spazi ai pur meritevoli nomi che vi recitano; meglio, a questo punto, i personaggi di contorno: Arnoldo Foà, Lino Banfi, Francesco Mulè. Fondato nacque sceneggiatore - e anche qui infatti firma il copione - e fra la fine degli anni Sessanta e i Settanta diresse una manciata di piacevoli commediole, per quanto non sempre riuscite; in seguito si dedicherà a produzioni televisive di scarsa consistenza. Qui lavora con un budget discreto (Dino De Laurentiis produttore) e ha a disposizione anche Carlo Rustichelli per le musiche e Luigi Kuveiller per la fotografia, ma nel complesso Causa di divorzio non sembra un lavoro effettivamente azzeccato. 3,5/10.
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