Regia di Marco Bellocchio vedi scheda film
Grande cinema italiano come non se ne vedeva da tempo.
Un Bellocchio in stato di grazia dirige un film inchiesta come davvero non se ne vedono più. Lo stile narrativo è perfetto e in due ore e mezza si avverte pura adrenalina e si assiste ad alcuni momenti, come il maxiprocesso o la festa di Santa Rosalia, di grandissimo cinema. La tensione emotiva è sempre alle stelle, il ritmo è infallibile, gli attori sono tutti perfettamente in parte e Favino, nel ruolo del pentito Buscetta, dà per l'ennesima volta prova di essere un attore di grande versatilità e talento.
Il traditore è un ritratto crudo, tragico, violento e straordinariamente vero e credibile nel raccontare quel che è stato ed è Cosa Nostra e dei suoi rapporti oscuri con lo Stato, qui non trattati esplicitamente ma decisamente bene accennati. Perché Il traditore è anche un film su un'umanità sporca e malata e su come il contesto sociale possa influenzare la psicologia degli individui. Ne viene fuori un ritratto triste e desolante della Sicilia ma anche dell'Italia. Un ritratto in cui gli eroi come Falcone saltano in aria nella gioia e nel tripudio e dove Cosa Nostra, nonostante le condanne eccellenti e le lacrime ai funerali dei magistrati uccisi, continua ad agire quasi indisturbata. Persino i pentiti come Contorno e Buscetta, non appaiono mai realmente redenti dal loro tremendo passato e il loro ritratto è lasciato volutamente all'ambiguità.
Il traditore è un film cupo quanto ricco di emozione. Un film che aderisce e racconta la realtà in tutta la sua nera crudezza fino al punto di mettere davvero i brividi. Il traditore è grande cinema italiano come da tempo non si vedeva.
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