Regia di Marco Bellocchio vedi scheda film
Quello che mi ha colpito più di tutto è un'immagine - ciò che il cinema è in sostanza: il grande crocifisso nell'aula magna del maxi-processo a Cosa Nostra. Un terreno culturale comune a malavitosi e civili. Questo vuol dire che esiste una scappatoia giuridico-morale a tutti i crimini. Ed è anche una neutralizzazione dell'assunto posto in basso, che la legge sia uguale per tutti. Beh, ma le condanne sono state tante e notevoli. Certo, ma bisogna tenere a mente come Buscetta descrive se stesso: manovalanza, un operaio che maneggia l'utensile: il ferro. I veri mandanti restano occulti. Non penserete mica che Totò Riina sia la testa pensante di tutta la malavita italiana?
Al di là di tutto questo, film del genere biografico, mi chiedo sempre se sia un'operazione moralmente giustificabile sapendo che la ricostruzione non sarà mai fedele alla realtà per ovvi motivi - spero che si capisca e che non si diano le cose per scontate come il resto del popolo-pubblico ipnotizzato dal marketing massmediatico o propaganda politico-capitalista. Secondo me occorre un surplus di onestà intellettuale per evitare che gli spettatori confondano la realtà soggettivamente interpretata da quella oggettiva irriproducibile. Vedi cosa succede ed è successo con la storia di Gesù. Forse i film biografici non andrebbero fatti. "Madame Bovary c'est moi." . Si dice che serva per mantenere viva la memoria. Opera necessaria. Questa cosa mi fa proprio ridere considerando lo stato delle cose: una corruzione atavica irriducibile e ampiamente giustificata da una popolazione timorosa della propria sorte quotidiana. E' solo un modo per intimidirci psicologicamente di fronte alla via crucis della divulgazione politica-istituzionale; per condizionare il nostro sentimento civile. Una volta sfollato il campo da quella sorta di dovere morale subdolo a cui ci inchiodano i signori dei media, possiamo valutare lo specifico estetico in sé per sé. Per esempio, è stato davvero bravo l'attore protagonista, Favino? Mah. Sicuramente una delle sue prove migliori... delle sue. Qual è la cifra stilistica di Bellocchio? Qual è il valore del suo cinema all'interno della storia dell'Arte figurativa? Ovviamente, non è un film stupido come la quasi totalità dei film che si vedono in giro, per non parlare dell'idiozia che sprigionano quelli della tv italiana pieni di retorica, sentimentalismi, conformismi borghesi, interpretazioni dozzinali, trame raccapriccianti accompagnate da un paio di note musicali funeree. Di fronte a tale sfacelo è logico che Bellocchio risalti come un genio assoluto dell'umanità; almeno, qualche neurone lo spende, anziché, svederlo al mercato delle immagini. Preferisco Il Divo con cui questo film sembra correlato, che, almeno porta allo scoperto il processo della finzione. E dire che Favino ha un viso gommoso che si presta alla caricatura. Per me il registro più efficace per narrare le vicende storico-politiche è il comico come ha fatto Kubrick con Dr. Stranamore reinterpretando a suo modo un romanzo serioso.
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