Regia di Nanni Moretti vedi scheda film
Nel settembre del 1973 l’esercito cileno decide di mettere fine all’esperienza governativa di Salvador Allende bombardando il palazzo presidenziale, la Moneda, e instaurando una feroce dittatura militare. Molti vengano arrestati, molti torturati, ed altri trovano rifugio nell’ambasciata italiana, dove otterranno il salvacondotto per volare in Italia. Alcuni di loro non sono più tornati in Cile e hanno costruito la loro vita nella penisola. Moretti incontra diversi protagonisti di quella migrazione e fa raccontare loro quei giorni e i momenti precedenti quando il comunismo democratico instaurato da Allende prometteva una nuova stagione di uguaglianza, giustizia, un vero momento magico. Alternando interviste a filmati d’epoca Moretti costruisce una narrazione intensa, emotiva senza mai cadere nella retorica. Non mancano due testimonianze opposte, due uomini militari all’epoca. Forse poteva esserci più spazio per le voci contrarie, ma d’altra parte il regista stesso durante l’intervista ad un militare dice di non essere imparziale. E va bene cosi, quello che è rilevante è il sentimento dei protagonisti, il racconto del clima di magia che si viveva prima dei militari, e il crollo repentino di tutto. Una significativa metafora delle esperienze di vita di molti essere umani
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