Trama
Dopo essersi laureato ad Harvard, il giovane avvocato Bryan Stevenson avrebbe potuto scegliere di svolgere fin da subito dei lavori redditizi. Al contrario, si dirige in Alabama con l'intento di difendere persone condannate ingiustamente, con il sostegno dell'attivista locale Eva Ansley. Uno dei suoi primi casi, nonché il più controverso, è quello di Walter McMillian, che nel 1987 viene condannato a morte per il famoso omicidio di una ragazza di 18 anni, nonostante la preponderanza di prove che dimostrano la sua innocenza, e il fatto che l'unica testimonianza contro di lui sia quella di un criminale con un movente per mentire. Negli anni che seguono, Bryan si ritroverà in un labirinto di manovre legali e politiche, di razzismo palese e sfacciato, mentre combatte per Walter, e altri come lui, con le probabilità - e il sistema - contro.
Approfondimento
IL DIRITTO DI OPPORSI: IN NOME DI UNA GIUSTIZIA EQUA
Diretto da Destin Daniel Cretton e sceneggiato dallo stesso con Andrew Lanham, Il diritto di opporsi racconta la vera storia del giovane avvocato Bryan Stevenson e della sua battaglia per far trionfare la giustizia. Dopo essersi laureato ad Harvard, Bryan ha la possibilità di occuparsi di alcuni casi redditizi quando, invece, sceglie di recarsi in Alabama e difendere coloro che sono ingiustamente condannati o che non hanno i soldi per permettersi un buon avvocato, trovando il sostegno dell'attivista locale Eva Ansley. Uno dei primi casi su cui mette mano è quello spinoso riguardante Walter McMillian, accusato dell'omicidio di una diciottenne e condannato a morte nonostante le prove dimostrassero la sua innocenza e l'unica testimonianza contro fosse quella di un criminale (che aveva le sue buone ragioni per mentire). Sarà così che Bryan si ritrova al centro di un labirinto di manovre legali e politiche, scoprendo quanto il razzismo sia ancora radicato nella nazione e tra le fila di chi gestisce il potere.
Con la direzione della fotografia di Brett Pawlak, le scenografie di Sharon Seymour, i costumi di Francine Jamison-Tanchuck e le musiche di Joel P. West, Il diritto di opporsi trae spunto dal libro di memorie Just Mercy: A Story of Justice and Redemption, pubblicato dallo stesso Bryan Stevenson nel 2014 e rimasto per più di 180 settimane nella lista dei best seller del New York Times. Nel volume l'avvocato ripercorre la sua vicenda partendo dal 1988, anno in cui decise di recarsi in Alabama per combattere contro le ingiustizie del sistema legale: armato della sola laurea conseguita in una delle migliori università statunitensi, perseguiva l'ideale di dare sostegno e aiuto a tutti coloro che, in un modo o nell'altro, non potevano permettersi un buon avvocato o erano stati condannati contro ogni evidenza. Seguendo l'istinto, il primo caso di cui si occupò fu quello di Walter McMillian, un nero che era stato condannato a morte per un omicidio che non aveva commesso e il cui destino appariva oramai segnato. Il caso ben presto mise in evidenza come sulla testa dell'imputato pendessero pregiudizi di tipo razziale e come anni di lotte per la parità dei diritti non avevano ancora condotto a quell'uguaglianza che proprio il sistema giudiziario avrebbe dovuto favorire. Ha sottolineato il regista: "Il diritto di opporsi racconta di una vicenda accaduta una trentina d'anni fa. Bryan, però, ancora oggi si alza e combatte in difesa dei meno fortunati, con lo stesso coraggio e passione di allora. Ha fondato un'associazione senza scopo di lucro, la Equal Justice Initiative ed è probabilmente la persona più gentile ed empatica che io abbia mai incontrato in vita mia. Il suo comportamento dimostra come anche una singola persona, di fronte a un problema, possa fare la differenza e portare avanti il cambiamento. Gli eroi non sono quelli in maschera: sono coloro che come lui si adoperano ogni giorno per il bene degli altri, riscrivendo come nel suo caso innumerevoli destini. Sin da bambini, crediamo che la giustizia sia uguale per tutti: il libro di Stevenson ha invece messo in evidenza come ci sia in realtà giustizia per alcuni e profonda ingiustizia per tutti gli altri".
Il cast
A dirigere Il diritto di opporsi è Destin Daniel Cretton, regista e sceneggiatore nato e cresciuto a Maui, nelle Hawaii. Con una laurea in Scienze della Comunicazione e un master in Film, Televisione e Nuovi Media, Cretton ha debuttato come regista nel 2012 con I Am Not a Hipster, film presentato al Sundance Film… Vedi tutto
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Commenti (7) vedi tutti
Piuttosto convenzionale ma è un film onesto che fa passare bene il suo messaggio.
leggi la recensione completa di Carlo CerutiSolito stravisto film ipocrita in cui gli americani mostrano a sé stessi quanto sono stronzi ma però ci sono sempre quelli buoni che salvano la democrazia e i diritti civili.
commento di corradopSe il film è aderente alla realtà dei veri fatti successi, il razzismo in Alabama era è diventato una cosa naturale.... Da vedere assolutamente. Ottima regia, ottimi interpreti. Voto 7
commento di filmistaCi si emoziona a vederlo, ci si schiera. Anche se è un film migliorabile, ottiene il suo scopo e questo è quello che conta. Applausi per Rob Morgan con una scena che toglie il fiato. O forse lo dà.
commento di Gibbon92L'argomento è stato trattato più volte, ma questa è una storia vera. Ritengo il film un po' troppo fazioso, dividendo le persone in maniera netta tra bianchi totalmente cattivi e neri tutti buoni. Però è fatto molto bene e recitato molto bene. Visione consigliata. Voto: molto buono.
commento di Yusaku87In un Alabama razzista, un avvocato nero si batte perché sia fatta giustizia
leggi la recensione completa di emilBellissimo film giudiziario ricorda per ritmo The last dance con Sharon Stone e l’appello con Gene Hackman.
commento di claudio1959