Regia di Todd Phillips vedi scheda film
Notevole opera del regista Todd Phillips , dove giganteggia lo strepitoso Joaquin Phoenix.
Arthur Fleck vive a Gotham City, città delle ombre, lugubre, oscura e minacciosa, travolta da un degrado umano, sociale e urbanistico, dove abita assieme a sua madre Penny malata e dalla salute mentale cagionevole, in un fatiscente appartamento. Arthur sbarca il lunario alla men peggio, facendo il clown di giorno e il comico di cabaret di notte, ma senza molto successo. La sua vita, è una perpetua sofferenza: ignorato il più delle volte, ma anche canzonato, maltrattato e angariato da chiunque, anche perché affetto da una bizzarra turba mentale, che gli provoca un riso incontrollato, nei momenti meno opportuni, in situazioni tutt’altro che divertenti. I servizi sociali che si occupano di lui, gli forniscono i farmaci necessari a tenere il disturbo sotto controllo, fin quando i tagli economici, non gli fanno perdere questa forma di assistenza e c osi resta senza supporto psicologico e senza medicine, ciò lo spinge sempre di più verso la pazzia. Ha due colleghi di lavoro, Randall e Gary. Dopo aver subito l’ennesimo episodio di bullismo, Randall pensa bene di regalargli una pistola da usare per difendersi. Quando per l’ennesima volta viene preso di mira da alcuni impiegati ubriachi della Wayne Enterprises, la misura è ormai colma, perde le staffe e comincia a sparare con l’arma che ora possiede, uccidendo subito i primi due ed eliminando il terzo dopo un lungo inseguimento in stazione. Viene poi licenziato, quando per intrattenere i bambini in ospedale, con il suo numero comico, tira fuori ancora la sua pistola. La notizia che Thomas Wayne, candidato a Sindaco, nonché proprietario di Wayne Enterprise, potrebbe essere suo padre, lo galvanizza, cosi fa in modo di incontrarlo, ma viene respinto in malo modo. Arthur partecipa ad un comedy show, dove in balia del suo disordine mentale, comincia a ridere irrefrenabilmente, senza riuscire a fare il suo numero. A seguito di questo imbarazzante episodio il famoso intrattenitore Murray Franklin lo prende apertamente in giro nel suo talk show, ciò destabilizza ulteriormente Arthur che, arriva a soffocare la madre in ospedale con un cuscino, la sua discesa verso la follia non fa che continuare. La popolazione di Gotham nel frattempo è in fibrillazione, il crimine aumenta, le risorse scarseggiano, la vita è durissima per i suoi abitanti, iniziano proteste e insurrezioni contro i ricchi della città, nel frattempo Arthur viene invitato proprio da Murray Franklin al suo programma tv, come ospite, visto che il suo skit su di lui ha prodotto audience. Ovviamente accetta con entusiasmo, ma cova morbosi progetti, infatti nel corso della serata il suo equilibrio mentale ormai del tutto compromesso, cede del tutto, Arthur invece di proporre il suo sketch, esterna le sue deliranti considerazioni e poi confessa gli omicidi della stazione e per concludere uccide Franklin in diretta tv. Scappa via mentre i due detective, che sono sulle sue tracce da un bel po’ vengono presto liquidati, fino a quando la polizia, riesce ad arrestarlo, ma intanto Gotham è in preda ad una vera e propria guerra civile, i cittadini rivoltosi lo liberano e Arthur che si è proclamato Joker, diventa l’idolo della folla, mentre volteggia nell’aria a passo di danza Il regista Todd Phillips ingaggia Joaquin Phoenix per questa versione di Joker e mai scelta è stata più felice. Qui protagonista assoluto, Phoenix si presenta dal suo primo momento con una risata inquietante, il viso segnato che racchiude l’essenza del personaggio, che non è stato mai così reale. Joker è diventato umano mentre Gothan City è un luogo dell’anima, lo scenario in cui si lotta per la sopravvivenza. Film complesso quello di Phillips, lavoro stratificato, leggibile a più livelli, da quella più intimista a quella politica. Opera divisiva, di cui si è parlato tanto e si parlerà ancora a lungo. Campione d’incassi e vincitore del Leone d’oro all’ultima edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, ha inaugurato un nuovo modo di concepire gli adattamenti cinematografici delle storie di supereroi, nate tra le pagine dei fumetti. Qui a mangiarsi la scena è l’interpretazione di Phoenix, nei panni dell’antieroe tragico e unico protagonista della storia di cui cornice, è la città di Gotham City. Con questo “Joker” il regista sconfina i generi cinematografici di riferimento: l’opera, abbandona in questa versione l’impronta fantasy e quella fumettistica, per virare su un realismo drammatico, il suo film è una dolente denuncia nei confronti della società attuale, sempre più lontana dalle istanze degli ultimi, i reietti isolati ed emarginati. Non il solito canovaccio, giocato schematicamente sui temi del bene e del male, ma un atto d’accusa contro la politica della discriminazione, di chi vive una condizione di indigenza e di abbandono. Arthur è un uomo solo, in un mondo indifferente e respingente. Nonostante la sua potenza evocativa e la visionaria bellezza estetica, il film è tematicamente insidioso, laddove sembra lanciare un messaggio pericolosamente equivoco, quasi a voler giustificare la reazione estrema del protagonista, della serie a mali estremi, estremi rimedi. La performance attoriale di Joaquin Phoenix è strepitosa: oltre alla trasformazione fisica, al lavoro minuzioso sulla delirante risata del clown, Phoenix è riuscito a restituire tanto la sofferenza e solitudine del personaggio, quanto il suo deragliamento psicologico
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