Regia di Todd Phillips vedi scheda film
Originale prequel sulle origini dell'acerrimo nemico di Batman. Un film dalle evidenti connotazioni sociali e politiche, sorretto unicamente dalla strepitosa interpretazione di Joaquin Phoenix.
Gotham City. Arthur Fleck (Joaquin Phoenix), sofferente di disturbo della personalità a causa di un'infanzia travagliata, sopravvive di espedienti, raccimolando l'essenziale per tirare avanti. Vestito da clown intrattiene i bambini, venendo spesso fatto bersaglio di scherzi crudeli. Aspira a diventare un commediante famoso, ma viene brutalmente deriso in pubblico durante uno show televisivo. Mentre si aggravano le condizioni di salute della madre, Arthur sprofonda sempre più in un rovinoso declino psicologico che lo porta a reagire, con inattesa violenza, alle ingiustizie subìte.
Lavorando su un soggetto originale, nel senso che si pone al di fuori dell'universo DC comics e da quanto in precedenza realizzato attorno alla figura del Joker, Todd Phillips realizza un prequel calato in un contesto realistico. Può contare sulla esemplare caratterizzazione di Phoenix, attore che regge sulle proprie spalle l'intero girato. Con lucidità, e inatteso orientamento politico data la genesi del progetto (55.000.000 di dollari ne determinano il taglio capitalistico), Phillips realizza un'opera di critica sociale, orientata in una località (Gotham City come riflesso di New York) e in un periodo storico (gli anni '80), simbolo di deriva reazionaria e antipopolare. Da questo punto di vista Joker diventa ben altro da quello che si potrebbe aspettare il pubblico dei "cinecomics". I meriti, che indubbiamente ci sono, stanno tutti qua. Perché di fatto il film procede molto blandamente sulla strada del dramma, vivacizzato qua e là dalle inquietanti risate del protagonista e dalle sue "significative" movenze di danza. La regia di Phillips è molto convenzionale, priva di personalità e certamente inferiore alla interpretazione di Phoenix. Mentre anche l'esplosione di follia del Joker, dubbiamente raggiunta con certa accondiscenza dalla sceneggiatura, non pare essere appropriatamente sorretta sul piano visivo: cioè a dire gli atti di violenza -compiuti da Arthur in risposta all'indifferenza del prossimo- appaiono essere messi in scena in maniera inadeguatamente contenuta.
L'eccessivo metraggio e alcune partecipazioni secondarie (terribili i grugni e le facce di De Niro, qui ridotto a parodia di se stesso) ne fanno un film di ordinario risultato. Al punto che appare (imho) ingiustificata l'eccessiva accoglienza di critica e pubblico. Tanto per dire, la celebre casa editrice che monopolizza il mercato dei fumetti in Italia ha recentemente lanciato un cross-over con la collaborazione della DC comics: chi avrebbe mai detto che Dylan Dog sarebbe arrivato ad incontrare Batman? Un evento certamente dovuto all'incredibile successo ottenuto da Joker, del quale è già in cantiere l'inevitabile seguito (Joker 2), film con presenza certa di Joaquin Phoenix nel ruolo principale.
"Da alcuni studi è emerso che l’ottanta per cento della popolazione soffre di depressione, e che l’altro venti per cento di voi ne è la causa." (Dana Eagle)
F.P. 26/12/2019 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 121'48")
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