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Joker

Regia di Todd Phillips vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Joker

di axe
7 stelle

Nella città immaginaria di Gotham City, futuro teatro delle imprese di Batman, nel 1981, vive Arthur Fleck. Costantemente depresso, affetto da un disturbo mentale che lo spinge ad una risata irrefrenabile nei momenti in cui prova forti emozioni, tira avanti lavorando mascherato da clown e per questo attirando su di sè il dileggio delle persone. Vive insieme all'anziana madre, che scrive di continuo lettere al miliardario e candidato sindaco Thomas Wayne, per il quale aveva lavorato decenni prima, chiedendogli aiuto per le cattive condizioni di vita. Nonostante la precarietà del proprio status mentale ed economico, Arthur sogna di diventare un comico, pertanto si adopera per affinare le proprie capacità, prendendo appunti e non perdendo uno show di Murray Franklin, il cabarettista che ha preso a modello. Quasi nello stesso momento, il difficile equilibrio che gli impedisce di precipitare nella follia si rompe. Il programma di cura che gli consente, con medicinali e colloqui, di tenere a bada la depressione, s'interrompe per mancanza di fondi; è licenziato, a causa del possesso di una pistola consegnatagli da un collega; in quello stesso giorno, ancora mascherato da pagliaccio, con l'arma, uccide tre persone le quali, come spesso gli accadeva, l'avevano schernito ed aggredito. In seguito a ciò, Arthur vive un periodo di trionfo. La notizia degli omicidi, a causa dell'ingiustizia sociale serpeggiante in città, genera proteste; essendo gli uccisi appartenenti ad una classe sociale agiata ed invisa alla maggioranza della popolazione, povera e trascurata, il clown-assassino diviene un simbolo di rivalsa. Incoraggiato, Arthur allaccia una relazione con una vicina di cui si era invaghito, debutta come cabarettista, e trova il coraggio di aprire una delle lettere della madre, apprendendo sconvolgenti verità sulle proprie origini. Il suo trionfo è, però, effimero, un preludio alla definitiva perdita di controllo. Mentre la relazione con la vicina si rivela essere solo immaginaria, sprofonda nell'incertezza sugli eventi delle proprie origini, e si rafforza in lui l'idea di realizzare una "uscita di scena" spettacolare, mentre tutto intorno le strutture della società traballano sotto il dilagare delle proteste. La genesi di un malvagio, raccontata in una sequenza di cause e di effetti che ce lo tratteggiano come persona di estrema complessità, in grado di attrarre su di sè non tanto ribrezzo ed antipatia, quanto pena e comprensione. Arthur, che si farà chiamare Joker, prossimo nemico storico di Batman - con il quale, ancora bambino, ha un fugace contatto - è il prodotto di una società marcia, indifferente alla sorte dei suoi membri, spietata. Nasce dalla menzogna; non è chiaro, infatti, se la madre l'abbia ingannato sui fatti riguardo il suo passato. Vive, altresì, nella menzogna e nell'ipocrisia; il suo modello, il comico Murray Franklin, si dimostra persona falsa e pronta, non solo sul set, a calpestare chi gli è intorno, in favore della propria affermazione. Non ha veri amici; è costretto a sentire il candidato sindaco Thomas Wayne parlare in pubblico di solidarietà, mentre l'amministrazione taglia i fondi per i servizi sociali. Il regista e l'attore che interpreta il protagonista, Joaquin Phoenix, raccontano con efficacia la graduale metamorfosi di Arthur. Il lato folle del suo animo, quello che trova piacere nell'uccidere, inizia a prevalere sul lato razionale, man mano che riceve "colpi" dal mondo circostante, siano essi rivelazioni sconvolgenti, delusioni artistiche, manifestazioni di scherno o veri e propri attacchi fisici. La conclusione del film vede le capacità di ragionamento del protagonista completamente asservite ad una mente ormai folle, pregna di un ego smisurato, alla cui crescita hanno contribuito i manifestanti truccati da clown, che devastano la città nelle ultime, incisive e memorabili sequenze del film. Oltre al già citato Joaquin Phoenix, perfettamente immedesimato nel personaggio - del quale racconta lo stato d'animo non solo con costumi e parole, ma anche con il trucco, la risata, le movenze del corpo - ho apprezzato Robert De Niro, nei panni dello sgradevole cabarettista Murray. Notevole la ricostruzione di Gotham City, una metropoli sovrappopolata, sporca, pericolosa, corrotta, teatro di continui scontri tra poliziotti esasperati e malavitosi di ogni genere. Protagonista e località sono immaginari, ma la fantasia finisce qui. Ambientazioni, personaggi, eventi e dinamiche psicologiche sono estremamente realistici. Un buon film drammatico, che ho trovato ben realizzato e piacevole da vedere, pur non essendo particolarmente interessato alle storie legate ai supereroi.

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