Regia di Todd Phillips vedi scheda film
Riuscito tentativo di rileggere in chiave psicologica il personaggio del fumetto
Nel portare nuovamente al cinema uno dei villain più famosi dei fumetti Americani, Todd Phillips, conosciuto soprattutto per le sue commedie goliardiche (la trilogia Una notte da Leoni, Old School, Starsky & Hutch) ha puntato in alto.
Ha preso di petto il genere fumettistico e l'ha trascinato con bravura nel terreno difficile del cinema d'autore, operazione che in passato aveva fatto cadere un cineasta non di secondo piano come Ang Lee (ricordate il suo Hulk saltellante?)
Riesce perché cuce il film attorno a River Phoenix, e si produce in una prova notevolissa prova d'attore, con improvvisazioni memorabili, adeguatamente sottolineate dai ralenti e dalla dolorosa colonna sonora dell'islandese Hildur Guðnadóttir.
Alcune incertezze nella parte finale non tolgono i meriti di un film fumetto che vola più in alto della media, permettendosi anche di citare Scorsese (Re per una notte, Taxi Driver).
PS: alcuni critici americani sembrano averlo preso di mira per via di critiche particolarmente positive venute dall'alt-right americana. Personalmente, la trovo una posizione assai puerile, essendo la storia della discesa nella follia di Arthur Fleck molto complessa, quindi interpretabile sotto vari punti di vista.
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