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Joker

Regia di Todd Phillips vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Joker

di obyone
8 stelle

 

Joaquin Phoenix

Joker (2019): Joaquin Phoenix

 

E così, tra proclami ed ipotesi "attendibili", andammo alla ricerca nel luogo sbagliato, nella città sbagliata e nel tempo sbagliato. Che il delirante ed incapace musico Charles non appartenesse al quel film, che non fosse l'elemento centrale di "C'era una volta a... Hollywood" lo intuimmo dopo poche sequenze, nonostante illazioni sul soggetto ed ipotesi sulla trama ci avessero indotto a pensare il contrario. Ma non era il film su Manson, bensì il film su un'epoca passata a irripetibile. A quel film il cattivo Charlie non poteva appartenere. Non poteva essere lí perché il mostro, l'assassino, il giovane uomo abbandonato ai propri fantasmi era qui e non aveva più le sembianze dell'ex galeotto, del santone carismatico, dell'imbonitore di ragazzine, aveva, al contrario, i capelli verdi, un ghigno irriverente ed una maschera di colore sul viso. Charles Manson, in fondo, era una delle tante facce di un manichino stilizzato e privo di scrupoli. Era solo una delle infinite espressioni del male che, violento, irruppe lasciando indelebile la propria traccia.

"Joker" era, invece, il luogo cinematografico ove cercare e finalmente ritrovare l'archetipo del pazzo assassino. Joker era più Manson che mai. Lo specchio riflettente un nuovo Charlie. Joker, mostro di carta, troppo finto per essere vero e troppo reale per sembrare alieno, covava paziente nelle ossa in rilievo, ricoperte da una sottile membrana di carta, nel corpo smilzo e violaceo di Arthur. Arthur viveva, da sempre, in perdita, incapace di misurarsi con i sogni infranti di una carriera da comico, impagliato nel costume da clown, depresso e dipendente da pillole che tenevano a bada gli umori grigi di un'esistenza negativa. Come Manson, ragazzino difficile cresciuto con una prostituta e senza un padre, sbattuto qua e là tra affidi temporanei, strutture correttive e riformatori, anche il giovane Arthur viveva al limite, crescendo con un madre letargica, legato e picchiato dall'uomo di turno. La vita di Arthur era simile a quella di ogni assassino ed il fuoco sacro della vendetta cresceva pian piano in lui, alimentato da menzogne, maleducazione, sopraffazioni e violenze domestiche. Joker era pronto a prendere il posto dell'anatroccolo Arthur, a buttare le pasticche, a rinforzare l'ego di una psiche a pezzi grazie all'odore del sangue, al magnetismo forgiante, alla venerazione degli adepti...

 

Joaquin Phoenix

Joker (2019): Joaquin Phoenix

  

Il film di Todd Phillips racconta la genesi del killer-tipo prendendo spunto dall'antieroe del fumetto ma ancorando la narrazione ad un contesto sociale da brividi che corrisponde ad una realtà disarmante. Gotham City è una metropoli qualsiasi che abbonda di clochard e rifiuti, priva di lavoro ma sovraccarica di tensioni sociali e persone fragili abbandonate a se stesse, ridicolizzate dai tagli al bilancio. Arthur è sbeffeggiato da una cultura irrispettosa, annichilito da una morale sordida, sintetizzata egregiamente dalle parole di Thomas Wayne, ferito dalla filosofia del ricatto agli oppressi, i "non cittadini" inutili e improduttivi, persone che non devono e non possono pesare sulle spalle delle classi sociali migliori.

 

Joaquin Phoenix

Joker (2019): Joaquin Phoenix

 

Warner Brothers mette in cantiere un'operazione ingegnosa e calcolata. Sfrutta la faccia di uno dei più celebri villain del fumetto, si mantiene nei confini cinematografici del genere più in voga, ma lascia ai suoi uomini il compito di andare oltre, di scrivere, cioè, una variante d'autore del prodotto di serie, probabilmente conscia di non poter competere sul terreno preferito di rivali troppo agguerriti. Todd Phillips e Scott Silver (co-sceneggiaore) saccheggiano rimodellando il personaggio. Lo scavo psicologico è inusitato per un cinecomic, non più cinecomic. Joaquin Phoenix è straordinario tra risate imbarazzanti, balletti accennati tra le mura di casa, tremolii delle gambe e palpebre che nascondono occhi ricolmi di follia. Il film poggia su un personaggio incattivito dalla crudeltà dilagante ma che dentro di sé culla una fiammella di umanità. Arthur, pur nello squilibrio psichico ha una morale che lo aiuta a discernere le anime pure (il nano Gary, la vicina Sophie) dai cuori corrotti (Thomas Wayne, Murray Franklyn, la madre). E se non si può tollerare l'omicidio e la sua brutalità, nemmeno in nome di una "vendetta celeste" che colpisca esclusivamente il colpevole, il malvagio, il ricco sfruttatore, non si può fare a meno di provare pietà per un uomo che non ha potuto godere del calore di una donna, l'agio di una famiglia, la comprensione di un sistema, al contrario, individualista e liberista. Il male deriva dal male e in questo senso il Joker di Todd Phillips smette di essere un personaggio per diventare simbolo dell'uomo che non trova conforto nel proprio simile.

 

Joaquin Phoenix

Joker (2019): Joaquin Phoenix

 

Phoenix è da Oscar ma se il film ha spinto la giuria di Venezia ad assegnare il Leone d'oro il merito è dell'insieme. Le luci sono livide come l'umore di Arthur ed i primissimi piani accostati ad una ridotta profondità di campo spingono lo sguardo verso il volto del protagonista togliendo ogni tipo di distrazione, favorendo così l'empatia verso la condizione del personaggio. I colori sono più accesi e c'è un maggiore indugio su inquadrature a mezzo busto o intere nella magnetica parte di violenza urbana, quasi a lasciar intendere un certo distacco emotivo verso il protagonista che ha compiuto la propria lenta ma inesorabile trasformazione da bruco a farfalla. Lo stesso distacco si nota nell'evocativa discesa della scalinata e nelle scene girate durante lo spettacolo in TV. L'uso simbolico delle immagini lascia i brividi sulla pelle mettendo in luce un talento registico inatteso: Arthur si rinchiude nel bozzolo del frigorifero; Joker riverso sul cofano di un auto, come un Cristo sull'altare sepolcrale, si alza mentre gli accoliti tributano al loro dio una venerazione totemica con la faccia coperta da una maschera di complice subordinazione; Joker si strofina sulla bocca il sangue a sigillare un rito di ressurrezione che conferisce al volto l'iconica investitura del male.

 

Joaquin Phoenix

Joker (2019): Joaquin Phoenix

 

Lo trovammo Charlie. Lo trovammo e fu con terrore che scoprimmo quant'era banale, quanto fosse normalmente privo di talenti. E scoprimmo che era impossibile tetularsi da un improvviso moto di rabbia che lo avrebbe spinto ad uccidere. Ci guardammo intorno a scrutare le seggiole occupate. Charlie, Jack e Arthur potevano essere seduti lì a e mostrarci il loro ghigno sgradevole. Non avremmo avuto scampo. E lui avrebbe percorso il corridoio bianco lasciando dietro di sé le impronte del suo lavoro e magari avrebbe ballato felice per aver mostrato finalmente se stesso, libero da ogni condizionamento esteriore.

 

Charlie Chaplin Cinemas - Arzignano (VI)

 

Joaquin Phoenix

Joker (2019): Joaquin Phoenix

 

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