Regia di Todd Phillips vedi scheda film
VENEZIA 76 - CONCORSO - LEONE D'ORO
"Spero che la mia morte abbia più senso della mia vita".
Dentro a questa frase tremenda, forte di un pessimismo assoluto di stampo leopardiano, è racchiuso il dramma senza fine che ha ridotto un ragazzo sfortunato, ingannato e deriso da tutti, fino a trasformarsi nella maschera ghignante del Joker, ovvero colui che diventerà il nemico più acerrimo di Batman, presso la metropoli devastata dalla violenza e dalla ribellione, come è Gotham City. Arthur ha vissuto soggiogato da continue menzogne e ha reagito dimenticando i traumi e le violenze - fisiche e morali - più truci alle quali è stato sottoposto da bambino.
Ostentando a tal fine, nei momenti di difficoltà, una reazione che gli provoca una incontrollabile risata nervosa, sforzata, innaturale, quasi impossibile da trattenere o controllare. Da bizzarro ma pacato clown di strada, il ragazzo finisce per imparare ad assaporare la soddisfazione della vendetta, iniziando a reagire con pari impeto alle violenze prima semplicemente sopportate: e imparando a trarre piacere dall'infliggere sanguinose e definitive punizioni a coloro che si prendono gioco di lui.
Tre di costoro, yuppies del mondo della finanza, giustiziati in metro' da quel clown furente, attizzano inoltre una rivolta cittadina che diviene una sorta di lotta di classe, di rivendicazione anticapitalistica contro sperequazioni portate avanti cinicamente dalla base capitalistica e disumana che fa da motore all'economia cittadina e globale. Lo spin-off dedicato al più famoso vilain della DC Comics assieme a Lex Luthor, oltre ad essere scritto con grande meticolosità come un prequel prezioso atto a dar vita ad una nuova futura serie dedicata ad un eroe particolarmente fortunato al cinema quale è Batman, contestualizza, concepito così accuratamente come appare, un quadro socio-economico di grande ed allarmante attualità.
Ma la formula vincente di questo riuscito adattamento, oltre alla sceneggiatura ben scritta è la regia matura che trasforma un regista spigliato e furbo come Todd Philiph, anche piuttosto avvezzo o appiattito a crogiolarsi tra i successi della commedia ironica e cameratesca dai tratti rozzi e faciloni (la serie "Una notte da leoni" parla da sé), in un cineasta indirizzato verso una maturità che riesce finalmente ad esaltarne le doti.
Ma certo la vera fortuna di Joker è concentrata nel suo interprete: se il relativo ruolo ha sempre riservato chances di gloria ai celebri attori chiamati ad interpretare il pagliaccio disadattato e maligno (si pensi al Nicholson di Burton, ma pure al dannato Heat Ledger che grazie a lui divenne divo assuto e Premio Oscar postmortem), stavolta la scelta di un immenso (lo è davvero, non si tratta di un aggettivo buttato li per caso) Joaquim Phoenix, si rivela come l'elemento cardine per garantire entusiasmi e consensi unanimamente positivi sulla pellicola.
L'affiancare a tale carismatico e un po' maledetto attore (fratello di River, che fece una tragica, prematura fine non dissimile alla tragedia che costò la vita a Heat Ledger, il Joker precedente di cui sopra), con il divo Robert De Niro in versione simil "Re per una notte", ma stavolta già famoso, si rivela un'altra carta vincente di questo buon adattamento.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta