Regia di Gabriele Salvatores vedi scheda film
VENEZIA 76 - FUORI CONCORSO In tourné tra l'estremo Nord Est, la Slovenia e l'Istria, un vulcani o, talentuoso ma mal gestito cantante noto come "il Modugno dei Balcani", decide di presentarsi alla sua ex compagnia che vive nei dintorni di Trieste, per conoscere il figlio sedicenne che non ha mai potuto vedere, dopo la sua codarda fuga seguita sedici anni prima alla comunicazione da parte della sua partner, di stare per diventare genitore. La reazione della donna, nel frattempo sposata con un agiato editor di romanzi e poesie divenuto amorevole padre adottivo del ragazzo, non sarà né positiva, né tantomeno diplomatica, ed il loro incontro destinato a rimanere una meteora senza possibilità di conciliazione alcuna. Peccato che il figlio sedicenne dei due, affetto da alcune non comuni problematiche comportamentali che lo rendono una persona non in grado di gestirsi autonomamente, non decida di fuggire, all'insaputa di tutti, con il padre naturale (detto spregevolmente "il merda" dai genitori del ragazzo), che se lo ritrova nel pick up mentre ha già attraversato la prima frontiera slovena, diretto verso le sue prossime due date croate.
I due, dopo un primo sconcerto da parte dell'adulto, decideranno di proseguire assieme per imparare a conoscersi e ad accettarsi: ne nascerà un rapporto a fasi alterne, ma improntato verso un'intesa perfetta. I due genitori ufficiali, disorientati e preoccupati, non fidandosi del bizzarro padre naturale, partiranno d'iniziativa alla ricerca affannosa dei due. Ne succederanno di tutti i colori, ma di certo padre e figlio impareranno a conoscersi e a rispettarsi, fino a diventare inseparabili, migliorando anche l'equilibrio del ragazzo con i tutori legali. La trasposizione libera del romanzo di Filvio Ervas "Se ti abbraccio non aver paura", ci restituisce finalmente un Salvatores libero dai suoi un po' pretenziosi supereroi adolescenziali de "Il ragazzo invisibile", per ritrovarlo impegnato ad affrontare una commedia briosa, comica, intelligente come quelle che lo hanno visto eccellere trent'anni orsono fino a guadagnarsi il Premio Oscar ai tempi del glorioso Mediterraneo.
Pur non trovandoci esattamente a quei livelli di sciolteza e comicità scoppiettanti, con questa nuova commedia sentimentale on the road, Salvatores ci racconta con spigliatezza e sensibilità, ma pure leggerezza, una tematica invero oggi assai comune come quella della gestione dei rapporti tra famiglie ormai sempre più aperte e numerose. Numerose non tanto per numero di prole, come avveniva un tempo, quanto piuttosto per la pluralità di genitori, secondo le note caratteristiche della attuale famiglia allargata da divorzi ed unioni post matrimoniali. Alla riuscita del film contribuiscono senz'altro tre dei più brillanti interpreti della scena nazionale: Diego Abatantuono, sempre perfettamente caustico e misurato quando diretto dall'amico Salvatores, una tenace Valeria Golino nuotatrice e madre dolce ma pure determinata, ma su tutti emerge, diuna spanna almeno, uno strepitoso, intonatissimo Claudio Santamaria, divertentissimo e dalla splendida voce nei panni di un clone assai dotato del grande cantante di Polignano a mare.
Nel ruolo, per nulla semplice e scontato, del figlio sedicenne esuberante ed incontenibile, affetto da disturbi mentali e difficoltà di comunicazione con l'esterno, il giovane attore esordiente Giulio Pranno si rivela una ulteriore scelta azzeccata. Certo poi la sceneggiatura punta molto sui tempi comici dei due mattatori uomini, coadiuvati come spalla da una generosa Golino, incappando qua e là in siparietti o storielle di contorno piuttosto superflue rispetto al nucleo centrale, che sarebbe stato consigliabile evitare (la faziosa iniziazione sessuale del ragazzino al bordello croato su tutte). Ma il risultato finale riesce a dar vita ad una commedia divertente e tenera che ci riporta Salvatores finalmente sulla retta via segnata nelbtempo dalle fortunate storie intime in stile Turné.
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