Regia di Ben Wheatley vedi scheda film
TFF36 - FESTA MOBILE
Le feste o i raduni di famiglia spesso tendono a trasformarsi in un gioco al massacro: magari non tanto (per fortuna) a livello fisico, ma di certo, a volte, in senso più psicologico, creando comunque, un devasto interiore e introspettivo non meno dirompente e destabilizzante rispetto ad un affronto di portata fisica.
Un intraprendente quarantenne di nome Colin, viene colto dalla brillante idea di festeggiare l'imminente capodanno prendendo in affitto per l'intera giornata e la successiva, una scenografica villa disposta in riva al mare, in un qualche ameno luogo della campagna inglese. Lo scopo è quello di riunire i pezzi di una famiglia un po' slabbrata da antichi contrasti e vicissitudini che sono riusciti a corroderne e comprometterne la solidità, anzitempo indiscussa, ora invero vacillante.
E dunque tra genitori anziani, sorelle sciroccate ed impulsive, zii "en travesti" (un simpatico Charles Dance), nuore con figli, mogli con figlie adolescenti obese, e il ritorno a sorpresa del fratello dannato, allontanato e negletto dopo aver abbandonato la moglie ed essere fuggito da anni senza dare notizie di sé, si consuma poco per volta il tribolato cliché della festa di fine anno. Una ricorrenza che comincia con i peggiori auspici, dopo la caduta rovinosa ed accidentale della mamma del protagonista, e si trasforma in un vero e proprio scontro, non solo verbale, tra due fratelli troppo diversi e troppo caratterialmente inconciliabili, per pretendere di garantire unione e solidità ad una assetto familiare comunque traballante.
Celebrando i rituali di una festa colma di imprevisti, il sulfureo regista Ben Wheatley - che ben conosciamo per aver visionato nel tempo e sino ad oggi tutta la sua già abbastanza nutrita filmografia - non ci risparmia il suo gusto per lo humor nero e per il paradosso, forte di una comicità nervosa e cinica che ha sempre contraddistinto quasi tutta la sua opera passata.
Nulla di nuovo all'orizzonte: anzi, rispetto al passato, un vago sentore di volersi - lo Wheatley, nel procedere abile e disinvolto a pedinare come all'interno di un labirinto i suoi personaggi presi e catturati a più riprese - rifugiare in cliché e strumentalizzazioni di situazioni ormai già viste in più occasioni. Contrasti di famiglia, il ritorno del figliol prodigo, i rancori mai sopiti tra fratelli gelosi, l'incomprensione dei padri verso i figli, l'irriconoscenza di questi ultimi nei confronti dei primi, coinvolti, come in questo caso, in una deriva economico sociale che pare irreversibile, ma che viene tenuta ostinatamente in sordina: situazioni da manuale, ma anche un po' di rimando, che tuttavia forniscono all'inquieto e umorale regista inglese, l'occasione per assestare qualche sapida ed efficace battuta in perfetto, arguto e vitale stile british.
Oltre al già citato Dance, travestito morigeratamente e senza ostentazione, tra gli attori coinvolti, tutti piuttosto bravi e coinvolti, riconosciamo il giovane Sam Riley (sosia del giovane Kyle McLachland), la scoperta coppoliana Alexandra Maria Lara, e Hayley Squires, recentemente vista in In fabric, ed il protagonista del titolo, il piccoletto e tozzo, ma tutto nervi Colin Burstead, interpretato con efficacia dall'attore Neil Maskell.
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