Regia di Claude Chabrol vedi scheda film
Due insospettabili personaggi per bene, un uomo distinto ormai anziano e una piacente giovane donna, vivono perennemente, come al casinò, sull'orlo del 'rien ne va plus': da un interessante spunto nasce questa sceneggiatura di Claude Chabrol, autore prolifico e ormai verso la settantina. Una storia in cui l'azzardo è esistenziale, e la vita stessa è un gioco, tanto che la coppia di protagonisti dichiara apertamente di stare divertendosi nel fare una vita da piccoli criminali: una morale chabroliana al 100%, cioè ben lontana dai canoni comunemente accettati e dagli stereotipi buonisti di tutti i giorni. E se i due personaggi, così comuni e 'banali' (socialmente parlando: innocui), riescono a diventare fuorilegge sì per necessità, ma anche per gusto della sfida, dell'avventura, è evidente che prima o poi arriverà il definitivo 'rien ne va plus', lo stop ai giochi che li condannerà a fare il conto finale della loro esperienza. Una trama ben ritmata, una spolverata di ironia e due interpreti ottimi come Serrault e la Huppert: il piatto è servito; anche se, a ben vedere, Rien ne va plus non costituisce altro che un (l'ennesimo) divertissement per il regista, una pellicola senza eccessive implicazioni intellettuali o riflessioni effettive sullo stato delle cose (il che la pone un gradino sotto molte altre opere di Chabrol). Come sempre nel cinema di Chabrol c'è posto anche per i parenti: un figlio, Thomas, ha una parte minore, mentre un altro figlio, Matthieu, cura la colonna sonora. Premiato come miglior film a San Sebastian in un'annata evidentemente parca di sorprese. 5,5/10.
Victor e Betty: lui ha una settantina d'anni, lei la metà. Vanno in giro a compiere piccole truffe, rubacchiano, sopravvivono divertendosi. Quando però entrano nel raggio d'azione della grande malavita, le cose per i due si complicano parecchio.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta