Regia di Mike Newell vedi scheda film
Che te lo dico a fare? Questo film è, di sicuro, uno dei più intensi di tutti quelli che parlano di mafia. Poco sangue, qualche soldo e tanti sentimenti, molto nascosti ma vivi. Vivi e normali come gli uomini che sono al centro di questa storia. Lefty (Pacino) che esprime tutta la drammaticità dell'essere sempre una seconda scelta, dello stare sempre un passo indietro, del sentirsi fuori luogo in un mondo che tiene da parte, sempre e comunque, chi arranca senza saper saltare fuori dalla massa. Troppo umano, talmente umano che finisce per legarsi a doppio filo a Donnie (Depp), la pura essenza di chi vede tutto crollare senza sapere, o forse volere, far nulla. E' palese l'abisso tra i due attori: Pacino in stato di grazia, come sempre, mette all'angolo Depp forse troppo inesperto per questo ruolo tanto da restare in ombra anche nelle scene più significative, oscurato dalla presenza o dell'aura di Al Pacino divinamente intrappolato nel ruolo intensamente drammatico di un piccolo pesce che nuota in un oceano pieno di squali affamati che, per disprezzo, non si degnano neanche di mangiarlo, lasciandoti tutta l'amarezza di una vita piena di delusioni.
Tratto dalla storia vera di Joe Pistone, agente dell'FBI, infiltrato nella malavita con il ruolo del gioielliere Donnie Brasco. A lui il compito di agganciare Lefty Ruggiero, un mafioso newyorkese degli anni '70, per smantellare una potente famiglia mafiosa di quegli anni.
Secondo me non lo fa apposta a oscurare chiunque passi davanti alla macchina da presa, secondo me è talmente bravo che da quando il regista esclama il primo "CIAK", a quando esclama l'ultimo "STOP", resta divinamente intrappolato nel ruolo intenso e drammatico di un piccolo pesce che nuota in un oceano pieno di squali che non gli danno neanche la soddisfazione di mangiarselo. Lasciandoti dentro tutta l'amarezza di una vita piena di delusioni.
Sarà che era troppo giovane e inesperto, sarà la faccia pulita e da bravo ragazzo ma in questo film convince poco. Sovrastato dalla bravura di Pacino in stato di grazia, come sempre o quasi, resta in un angolo anche nelle scene significative e lascia dei vuoti incolmabili.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta