Regia di Robert Aldrich vedi scheda film
Forse bisognerebbe sempre prima vedere il film e solo dopo leggere il libro. Il romanzo di Joseph Wambaugh, che sto leggendo, dal quale questo film è stato tratto, è scritto con un'ironia feroce e amara che le due ore di questo film dell'onusto Aldrich (1918-1983) non riesce a contenere, nemmeno in abbozzo. "I ragazzi del coro" film non sarebbe poi malaccio, ma banalizza le tematiche del libro in maniera a momenti imbarazzante. Pur basato su un testo forte e dinterpretato da attori di livello (basti pensare a Durning, Woods, Quaid, Gossett Jr., Young), sembra una specie di incrocio tra "Scuola di polizia" (un po' meno demenziale) e "CHiPs" con qualche parolaccia in più. Per di più, ci sono dei personaggi molto sacrificati ed altri inventati di sana pianta (ad esempio non si capisce perché il padre Willy Wright del libro diventi qui un italoamericano), e la scelta di molti attori - che, ripeto, sono indiscutibilmente bravi - mi è parsa arbitraria, come quella di McIntire per il miles gloriosus fascistoide Roscoe Rules, una delle invenzioni più intelligenti ed aderenti alla realtà di Wambaugh, e quella di Randy Quaid in versione dementello per la parte di Cosavuoidire Dean. Non si capisce, poi, perché a molti personaggi sia stato cambiato il nome: nella versione italiana, addirittura Balena Whalen è diventato semplicemente Whelan. E, infine, se la scena della rissa di cui restano vittime Roscoe e Dean è resa discretamente, è assurdamente censurata quella della festa dal sergente Yanov, mentre gli incontri al Parco MacArthur sanno di falso lontano un miglio. Insomma, vi sono più luci che ombre in questa trasposizione filmica di Aldrich di un grande romanzo. Non per niente Wambaugh (1937), per alcuni anni un agente della polizia, non si riconobbe nel risultato finale di questo film che, in sostanza, si risolve in una delusione.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta